Modello Europeo

marseille_en-LogoFARO-1Libera traduzione in italiano a cura di Faro Venezia della scheda “Free Faro Application Heritage Walk” pubblicata dal Consiglio d’Europa.

Le F.F.A. sono degli strumenti da iniziativa cittadina riconosciute dal Consiglio d’Europa come applicazione esemplare della Convenzione di Faro.

Titolo
Passeggiata Patrimoniale

Presentazione sintetica
Una Passeggiata patrimoniale è concepita da e con coloro che vivono, lavorano e abitano un luogo specifico. La sua elaborazione nasce dall’incrocio delle storie di ciascuno su un tracciato di ricerca che ha origini scientifiche, insieme alla raccolta del vissuto personale degli abitanti, e la messa in risalto delle curiosità e delle conoscenze succedutesi nel tempo su quel territorio. La Passeggiata patrimoniale può prendere forme diverse: passeggiate per sperimentare, documentare e incontrare i luoghi in modo ogni volta diverso; passeggiate delle comunità patrimoniali, passeggiate dalla particolare sensibilità artistica, passeggiate di autori di opere, visite nella casa e nel quartiere di un abitante specifico.

Tutor della formazione
Christine Breton, conservatrice onoraria del patrimonio e docente di Storia

Luogo di riferimento
Marsiglia, quartiere del Grand Projet de Ville.

Genesi
Una missione sperimentale europea per applicare a Marsiglia i principi europei della conservazione del patrimonio culturale, avviato nel 1996: coordinamento e creazione di una rete tra la società civile, il sostegno delle comunità patrimoniali create, la ricerca e l’approfondimento scientifico con gli abitanti e i professionisti del patrimonio, coordinamento con l’autorità scientifica, le amministrazioni e il consiglio d’Europa, la diffusione di testi come la Convenzione di Faro e coproduzione di eventi in oggetto.

Dal 2000, nel quadro delle giornate europee del patrimonio, il pubblico è invitato a scoprire il lavoro svolto dalle comunità patrimoniali partecipando alle Passeggiate Patrimoniali che hanno accresciuto il loro successo nel susseguirsi degli anni. Si sono diffuse largamente sul territorio di Marsiglia, nel 2009 sono state “codificate e formalizzate” per assicurarne la libera diffusione in Francia e in Italia, via Wikipedia. Il concetto di fondo è stato utilizzato a Venezia per la creazione e realizzazione di una ventina di passeggiate patrimoniali. Nel 2012 il format ha fatto da base per la realizzazione del programma di formazione “Leonardo” con 12 accompagnatori di altrettante passeggiate urbane, proposte e realizzate nell’ambito di Marseille-Provence 2013, Capitale europea della cultura.

Il racconto del Tutor
Settembre 2000, Marsiglia, cammino del litorale. Nell’ambito delle giornate europee del patrimonio, partecipiamo alla nostra prima passeggiata patrimoniale aperta al pubblico gratuitamente. Un po’ preoccupate di fronte alla novità e tuttavia convinte del percorso prescelto e dei contenuti che avremmo raccontato grazie al materiale raccolto: avevamo organizzato 10 ateliers ricchi di fotografie, testi, ricordi, ricerche per ritrovare persone, fatti, memorie e la storia della scuola femminile del quartiere popolare marsigliese Saint-André. Siamo quindi una decina di signore, tutte ex allieve delle scuole elementari del quartiere, e la sottoscritta, Conservatrice del Patrimonio.

Le accompagno nel loro percorso e dunque sono preoccupata poiché non ho un metodo o modello prestabilito da seguire, e sento il peso della responsabilità di questa avventura pubblica e di queste signore che non vorrei deludere.

Non abbiamo fatto pubblicità all’evento. Aspettiamo, semplicemente, strette intorno ai nostri sorrisi spavaldi, sul marciapiede. La strada non è propriamente lo spazio comunitario per eccellenza delle donne, che l’attraversano sempre velocemente. Invece noi restiamo in strada, e veniamo notate.

Partiamo puntuali. Quattro persone ci seguono e ci rimaniamo un po’ male, perché mentre studiavamo il percorso da attuare i residenti ci avevano assicurato la loro presenza nella passeggiata.

Risaliamo lungo la riva, chiusa dal porto commerciale e le sue cancellate, verso la scuola di suore, poi la scuola Fellen e il suo edificio affittato al vecchio farmacista, poi la scuola Pouillon costruita nel 1954, e ancora la scuola/baracca per i bambini delle grandi bidonville. Alla fine siamo una cinquantina, raccolti in un gruppo gioioso, fiero e e indipendente. Grazie al passa parola imprevisto ci hanno raggiunto signore che abitano attualmente nel quartiere, un po’ spiritose o scettiche, ma in accettazione del proprio vissuto, signore che avevano abitato il quartiere e che erano andate via dopo la brutale disindustrializzazione, ma anche amici o parenti, o semplici curiosi. E così realizziamo altrettanti scambi di memorie, ricordi, informazioni e…indirizzi.

Poi è stato facile, il metodo è rimasto conforme nei successivi 10 anni. Gruppi di studio collettivi con incontri regolari durante l’inverno per mettere in evidenza i contenuti delle passeggiate, ricerca e visita ai luoghi in primavera, ricerca e verifiche in archivio durante l’estate, e ripetizione delle passeggiate con il pubblico nei giorni delle Giornate europee del Patrimonio in autunno.

Ogni volta ho il ricordo di quella paura iniziale in quella mattina del settembre del 2000, una prova fondante di quell’esperienza, e prova che altri possono sperimentare la Convenzione di Faro. La Convenzione offre la possibilità, a noi che “non siamo nessuno”, di affidarci ad un testo legale comune, elaborato per 30 anni e destinato alla Comunità. Il testo rende possibile l’applicazione nel riavvicinamento integrale al patrimonio rendendo prezioso ogni singolo soggetto/oggetto patrimoniale. Tutto ciò mi consente, in quanto conservatrice, di esercitare il mio impegno pubblico. E ai professionisti del patrimonio di lavorare nell’ambito, di accrescere il senso di appartenenza rendendo le passeggiate patrimoniali vitali, strumento dello spirito di Faro. E questo ci porta a un doppio approfondimento: una lunga risalita che ci riporta all’origine più remota del concetto di patrimonio o di museo, e il modo modo di riempire il nostro immaginario collettivo con le loro P o M maiuscole. Allo stesso tempo di penetrare nel “concetto patrimonio”, con ipotesi di trasformazione e le incerte previsioni sul suo futuro.

Processo e modalità di messa in opera

  • Primo passo: scoperta teorica

Incontro con persone esperte – storici, scienziati, etc. – con i quali fare una prima ricognizione mentale dei temi possibili proposti dall’autore e di potenziali itinerari sul tema (con sopralluogo sul posto).

Comprendere le priorità locali legati al tema prescelto.
Fare ricerca e documentare ciascun tema

  • Secondo passo: sensibilizzazione della scoperta.

Fare la passeggiata in solitario e identificare i luoghi dove possono nascere delle particolari emozioni, dei momenti significativi o degli imprevisti, e ovviamente considerando ciò che è chiuso, proibito, o nascosto.

Domandare agli abitanti e utilizzatori dei luoghi facenti parte dell’itinerario delle informazioni specifiche, farli partecipare nella dimostrazione o nel presentarli.

Identificare tre o quattro luoghi principali particolarmente carichi di significato o associati a testimoni significativi.

E’ a questo punto che si costruisce quella che definiamo la dimensione “piacere” della passeggiata, nel suo contenuto e ritmo. I testimoni sono rappresentati da delle persone o magari delle immagini, dei luoghi dei suoni o anche dei passaggi da uno all’altro.

  • Terzo passo: smantellamento

Confrontare le priorità conservate dal punto di vista delle persone che vivono il luogo: utenti, responsabili, abitanti.

Identificare ciò che è ritenuto importante da loro e ciò che è stato ritenuto importante a livello teorico.

Questa tappa del lavoro permette di costruire, smantellare e ricostruire la passeggiata in modo da renderla il più completa possibile nel suo contesto. Seve inoltre a identificare le persone che potrebbero intervenire durante la passeggiata (in un incontro, o in un momento particolare durante il tragitto, ma non nell’intero percorso perché non è una visita guidata).

  • Quarto passo: Svolgimento

Identificare un tema prioritario per la passeggiata condensandolo in un unico titolo perché tutto non può essere sviluppato in una sola passeggiata.

Individuare un pubblico mirato e il numero dei partecipanti: abitanti, il pubblico variegato, scuola, etc.

Tracciare il percorso identificandone i luoghi principali, gli interventi, la messa in opera (durata, spostamenti, autorizzazioni). Per gli interventi non cercare degli specialisti, degli esperti del patrimonio necessariamente, ma coloro che fanno vivere quel patrimonio ogni giorno: abitanti, imprenditori, pensionati, etc.

Preparare il contenuto dell’intervento con ciascuno dei testimoni. Il tempo massimo di visita o di relazione è di 10 minuti. Non è una esposizione, ma l’incontro con un luogo o una persona.

Prevedere un tempo informale alla fine della passeggiata o invitare tutti gli intervenuti a un aperitivo, un momento di condivisione post passeggiata.

  • Quinto passo: organizzazione

Preparare qualche fotografia dei luoghi principali prescelti: mappa, fotografie degli abitanti, iconografie, etc.

Aggiustamenti: cronometrare la durata della passeggiata, e di ciascuna sosta. La scelta del punto di incontro per la partenza è fondamentale per i partecipanti.

Segnalare un contatto per delle eventuali richieste successive da parte dei partecipanti (indirizzo e.mail, postale, telefono…)

Preparare la modalità di comunicazione dell’evento passeggiata.

  • Sesto passo:

i momenti salienti durante la passeggiata
Prevedere la registrazione delle testimonianze (video, sonore, scritte), raccogliere, classificare, conservare l’eredità e il materiale raccolto (foto, immagini, mappe).

Valorizzare il materiale raccolto su dei supporti mediatici quali Google Earth, Wikipedia, o sotto forma di pubblicazioni (libro, cd, articoli di stampa, sito internet).

Giornate Europee del Patrimonio: un evento che permette di inscrivere le passeggiate in un ambito europeo e di dare loro la massima visibilità.

Operatori che applicano la Convenzione di Faro

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