Il progetto Forge – per esteso

Forge

un progetto del

Forum Futuro Arsenale

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Perché nasce questo progetto? In quale contesto?

Il progetto nasce in relazione alla visone strategica lungo temine che il FFA ha elaborato e che individua la logica e linee guida per la gestione dell’Arsenale nei prossimi decenni. In particolare il progetto si riferisce alle idee di:

  • recuperare l’arsenale come luogo di produzione di manufatti e saperi artigianali
  • di mantenerne l’unità e la continuità storica
  • di farne un polo delle civiltà del mare

Il progetto fa parte di un gruppo di progetti analoghi e correlati tra loro, ma con obiettivi specifici diversi, che dovrebbero essere governati da una sola “Autorità per l’Arsenale” che ne garantisca la coerenza e attui tutte le sinergie possibili.

La Tesa alle Nappe e Casal Campagna sono Luoghi assolutamente unici nel panorama dell’archeologia industriale non solo per la loro collocazione ma anche per la particolarità dei camini delle forge costruiti a forma di corno dogale. La Tesa alle Nappe infatti assume il nome proprio dalla sua originaria funzione e presenta ancora i resti ricostruibili di tutte le forge e il pavimento in terra battuta tipico di quel particolare contesto produttivo. Oggi tale pavimento è stato ricoperto da un tavolato assolutamente incongruo e inutile, per fortuna ancora reversibile, il cui costo sarebbe stato meglio indirizzato se si fossero restaurate le forge ed i camini. Le nappe sono state oggetto di atti vandalici a più riprese e necessitano di una attenta ricostruzione, l’esistenza di numerose foto e di documentazione sulle condizioni originali permetteranno senza problemi di ripristinarle e renderle di nuovo funzionanti. E’ insensato perdere l’occasione di recuperare gli spazi solamente dal punto di vista delle volumetrie anziché nella loro essenza perdendo la possibilità di ricreare luoghi preziosi per la trasmissione di saperi e competenze e che possono creare dei posti di lavoro ad alta specializzazione.

Entrando nello specifico, i due laboratori da recuperare si prestano a realizzare, come era loro natura, opere di dimensioni ragguardevoli, per l’appunto “navali” ma non solo. L’intera gamma delle costruzioni metalliche, non di meccanica di precisione ovviamente, è quindi realizzabile nei laboratori. Uno dei primi pregiudizi da sfatare è che in una fucina “storica” non siano realizzabili opere contemporanee, è vero invece il contrario. Pertanto le due fucine ripristinate potranno servire una committenza su scala almeno europea. Per questo serviranno alcuni adeguamenti, quali ad esempio riportare le incudini e altre attrezzature buttate al macero , ma saranno possibili nel pieno rispetto dell’esistente, reversibili e attuabili con gradualità, scaglionando gli investimenti. Il “fabbro” inoltre, per essere tale, deve sapersi costruire i propri attrezzi, pertanto sarà la prima attività del nuovo laboratorio organizzare corsi specifici sulla costruzione di utensili. Nello Stradal Campagna si trova ancora un laboratorio dotato delle attrezzature di base per iniziare a lavorare in tal senso, già utilizzato in occasione dei corsi di metallurgia e nelle manifestazioni realizzate negli scorsi anni.

In Italia poi non esiste un centro per il restauro dei manufatti archeologici “bagnati”, cioè scavati in ambienti umidi o marini, e neppure per il restauro e lo studio dei manufatti metallici legati all’architettura. Il restauro sarà quindi oggetto dell’apertura di una sezione specifica poicè per tipologia di lavorazioni e professionalità impiegate esiste una marcata differenza dalla realizzazione ex-novo.

Gli esempi dei Musei europei, di laboratori d’arte di alta specializzazione, nonché di Accademie e Scuole d’Arte nel mondo, sono esempi dell’indirizzo che le fucine dell’Arsenale possono assumere senza grandi sforzi e con bassi investimenti perché si dia fiducia e si coinvolgano in modo strutturale le competenti forze ancora esistenti in città. Il grande successo di pubblico avuto da tali iniziative (anniversario di fondazione dell’Arsenale, giornate Touring, MareMaggio ecc.) che molti veneziani ricordano sono state la conferma della grande attrattiva di iniziative di questo tipo che tuttavia nessuna amministrazione ha saputo cogliere e sviluppare. Le proposte delle associazioni, in particolare Archeoclub e “El Felze” è esemplificativa di cos’è possibile ricreare in Arsenale “semplicemente” usando le potenzialità positive che la città esprime, purché si sappia uscire da una logica meramente tecnocratica che concepisce li cittadini come meri esecutori di decisioni altrui.

Scopi e obiettivi

Lo scopo fondamentale del progetto consiste nella realizzazione di un insediamento produttivo di metallurgia all’interno della Tesa alle Nappe e allo Stradal Campagna, oggi utilizzato come officina della Marina Militare. Questi due spazi sono omogenei come destinazione d’uso originale e vanno recuperati entrambi, eventualmente differenziandovi le diverse attività previste dal progetto (produzione e didattica)

Questo comporta il restauro e riattivazione delle forge esistenti che sono state abbattute in modo parziale ma sistematico negli anni passati in circostanze mai chiarite. Questi sono un tutt’uno con l’architettura dell’Arsenale dato che è stata studiata appositamente per le lavorazioni che vi si svolgevano. Il progetto Forge dovrà forza armonizzarsi con il restauro architettonico dandone le direttive. Il restauro tuttavia richiede un progetto specifico che richiede canali di finanziamento, competenze e procedure del tutto diverse. Per questo motivo riteniamo che i due progetti dovrebbero essere avviati “in parallelo” ma gestiti da due gruppi di lavoro diversi.

L’avvio di una attività di questo tipo permetterà il raggiungimento di alcuni risulti rilevanti:

  • l’insediamento di un attività artigianale in grado di mantenere vive nel tempo le competenze di metallurgia storica (bene culturale intangibile) che sarebbe unica al mondo e di sicura attrattiva;
  • Il recupero della Tesa alla Nappe e di Casal Campagna alle loro funzioni originarie;
  • la sperimentazione di un modello gestionale per la sostenibilità economica dell’attività nel tempo;
  • la creazione di un certo numero di posti di lavoro stabili;
  • un’officina in grado di fornire i suoi servizi per la manutenzione e recupero dell’Arsenale stesso ma anche in grado di proporsi come centro specializzato per tutti gli edifici e le città storiche in Europa e nel mondo;
  • un centro di formazione permanente e continua che si inserisca come bottega-scuola nel sistema degli stage collegati al sistema europeo dei crediti formativi , dell’alternanza scuola-lavoro, nei sistemi do orientamento professionale, e di certificazione delle competenza (ECVET – European credit system for vocational education and training). Questo tipo di attività va intesa anche come una interessante fonte di reddito in grado ci contribuire in modo rilevante alla sostenibilità economica del progetto nel tempo e funzionare come modello per altre attività artigianali presenti in Venezia sia dentro che fuori l’Arsenale;
  • La sperimentazione di un sistema di co-gestione del progetto che preveda una collaborazione strutturale e continuativa tra soggetti pubblici, comunità patrimoniali, associazioni professionali e altri soggetti locali rilevanti.

Che cosa produrrá il progetto ?

Attivazione di un laboratorio permanente di metallurgia tradizionale orientato a due tipi di di attività diverse e correlate:

produzione

  • servizi di manutenzione in tutta l’Europa
  • restauri e archeologia ricostruttiva
  • produzioni originali di ogni tipo (in particolare: realizzazione di utensili specifici per i maestri d’ascia, i carpentieri e gli intagliatori; realizzazione di opere per la cantieristica minore sia storica che contemporanea)
  • contributo allo sviluppo di un modello di sostenibilità economica per l’artigianato storico anche in altri settori (buona pratica)
  • laboratorio di riferimento per il vicino Museo Navale
  • restauro dei manufatti metallici rinvenuti in mare
  • spazio di co-working artigiano per giovani fabbri
  • arte contemporanea: laboratorio di produzione in collaborazione con artisti attivi nel campo del contemporaneo anche attraverso collaborazioni con la Biennale
  • collaborazioni per studi e ricerche
  • partecipazione ad eventi, convegni e scambi con altri paesi

Formazione, didattica, cultura

  • Attività educativa e servizi orientamento scolastico e professionale
  • formazione permanente e formazione professionale
  • stage curricolari per le università inserendosi nelle reti europee che li gestiscono
    tirocini di formazione e di inserimento, sul posto e in mobilità
  • sviluppo di metodologie per la formazione sul campo (apprendimento non formale)
    certificazione delle competenze
  • documentazione diffusione delle attività svolte
  • partecipazione a programmi di inclusione sociale
  • dialogo intergenerazionale (coinvolgimento di anziani come tutor e per altri servizi)

 Modalità di gestione del progetto

E’ necessaria una struttura di gestione mista tra soggetti pubblici e comunità patrimoniali che:
assicuri le attività di project management, la segreteria organizzativa, le attività amministrative e che avvii e gestisca una rete di contatti e collaborazioni a livello europeo con le varie strutture potenzialmente interessate al progetto (scuole, università, camere di commercio, enti pubblici ecc..) e il programma di monitoraggio con report periodici sullo sviluppo del progetto.

I fondi necessari per le attività di avvio possono essere trovati dalle fonti seguenti, anche in combinazione tra loro:

  • un programma speciale attuato attraverso una convenzione tra Comune di Venezia e Regione veneto , direzione Formazione e lavoro;
  • un progetto Europeo attuato in collaborazione con la Regione Veneto, direzione cultura, ad esempio Europa Creativa, Erasmus+, il programma per la competitività delle piccole e medie imprese COSME,  e altri.

É necessaria quindi una struttura di governo del progetto che abbia un preciso mandato politico e tutte le competenze tecniche necessarie per attivare questi canali di finanziamento. É necessario anche un buon coordinamento tra le strutture pubbliche che si occupano di: attività produttive, formazione, cultura, politiche del lavoro, scuola, urbanistica.

Impatto e sostenibilità:

(a) Chi saranno i beneficiari del progetto e come saranno coinvolti 5-6 fabbri apprendisti retribuiti nel primo anno e altrettanti nel secondo. 3-4 tutors per gli allevi. Beneficieranno del progetto anche allievi delle scuole di ogni ordine grado, persone in condizione di disagio sociale, anziani con esperienze specifica e ancora attivi.

(b) Gruppi di persone coinvolte a breve termine: almeno 400 in due anni persone per le varie attività di orientamento, e formazione previste

(c) Gruppi di persone coinvolte a lungo termine: almeno 400 persone/anno per le varie attività di orientamento, e formazione previste.

(d) Come sarà reso sostenibile a lungo termine il progetto? Le attività produttive e di formazione dovrebbero essere in grado, una volta chiusa la fase di avvio, di produrre un reddito sufficiente a garantire almeno 5-6 posti di lavoro stabili entro i primi due anni e fino a 10-15 a regime. Il fatturato deriverà dalla somma dei prodotti/servizi venduti sul mercato e dal reddito derivante dalle attività formative.

Chi produrrà questi risultati?

Il progetto dovrebbe essere governato da una Autorità per l’Arsenale che abbia un pieno mandato politico per la gestione del complesso e che preveda la partecipazione dei principali stakeholders (Marina, Biennale, aziende già insediate, comunità patrimoniali attive). In mancanza di questa il progetto potrebbe comunque essere realizzato formano una struttura di scopo (ATI, ATS, consorzio o simili) che comprenda almeno un ente accreditato presso la Regione vento per la formazione e le politiche del lavoro.

Quali sono le azioni necessarie per realizzare il progetto?

Azione 1 – Laboratorio
Attivazione degli spazi necessari: un laboratorio attrezzato per la metallurgia nella tesa alla Nappe e uno attrezzato per la formazione e la didattica in Stadal Campagna. prodotti attesi: spazio di lavoro a norma e conforme anche alla legislazione sulle attività formative

Azione 2 – Restauro / adattamento degli spazi
Coordinamento delle attività connesse al restauro e adeguamento della Tesa alla nappe e di Casal Campagna nel rispetto delle normative sulla sicurezza, accessibilità e requisiti per lo svolgimento di attività didattiche,e apertura al pubblico oltre che per le attività di produzione (progetto parallelo).

Azione n. 3 – Rete europea
risultati attesi: attivazione di una serie di contatti e collaborazione con università, camere di commercio, scuole ecc. a livello europeo
prodotti attesi: Attivazione di accordi per stage, borse di studio, tirocini programmi di scambi, fiere, ecc.

Azione n. 4 – Informazione e diffusione
risultati attesi; informazione e documentazione sulle attività del laboratorio allo
prodotti attesi: diffusione delle attività del laboratorio., marketing per clienti privati e pubblici.
risorse e tempi necessari: 1 anno per l’avvio + attività permanente in seguito

Azione n. 5 – Produzione
azioni di supporto per lo start-up delle attività di produzione: marketing, gestione commesse, supporto legale e gestionale.
Prodotti attesi: sviluppo graduale della clientela pubblica privata.

Azione n. 6 – Formazione
risultati attesi attivazione di un programma di attività formative a vari livelli: orientamento (1-2 giorni) stage (1-2 settimane) formazione professionale (6 mesi e oltre). Inserimento nel sistema della formazione professionale a livello regionale. Rilascio di attestati di competenza con valore formale conformi agli standard europei, nazionali e regionali.
Prodotti attesi: almeno 200 allievi annui, a regime, per le varie attività.

Azione n. 7- Gestione
risultati attesi: direzione del progetto, organizzazione e attività amministrative, gestione delle procedure di qualità.

Azione n. 8 – Monitoraggio
Verifica periodica del grado di realizzazione delle diverse attività previste, del rispetto dei costi e della qualità del lavoro svolto. Report ogni tre mesi. Questa attività deve essere svolta da un soggetto esterno al progetto e con modalità partecipative.

Costi

Allo stato attuale è prematuro elaborare un piano dei costi dettagliato perché ancora non sappiamo il Comune di Venezia appoggerà il progetto e perché l’elaborazione di un progetto operativo di questo tipo è un impegno di tipo professionale che non può essere gratuito. É tuttavia è possibile fornire alcune indicazioni di massima:

Per restaurare la tesa dove si trovano le forge è necessario un progetto apposito realizzato da uno specialista in restauri di questo tipo. Costo stimato 8-10.000 euro, ma quasi certamente questo progetto esiste già, tra i molti che sono stati elaborati per l’Arsenale.

La forge vanno recuperate con cura filologica, ma non tutte sono recuperabili allo stesso modo e probabilmente alcune non lo sono affatto. Possiamo stimare il costo del recupero di una forgia a circa 8.000 euro.

Servono poi attrezzature e materiali tipici delle officine fabbrili e in quantità tale da permettere lo svolgimento delle attività di formazione previste.

Infine ci sono i costi per le attività di start-up, per la strutturazione della rete europea indispensabile per alimentare le attività di formazione, il marketing, l’amministrazione, la gestione operativa e le altre attività a utili per creare l’ambiente di supporto indispensabile per rendere sostenibili nel tempo le attività previste. Per questo stimiamo 400.000 euro per i primi due anni.