Appello per delle assise marsigliesi dell’ospitalità?

Dal 2008, veneziani e marsigliesi cooperano sul futuro delle loro città, del loro quadro di vita, delle loro culture e delle loro comunità patrimoniali. Pubblichiamo l’appello a delle assise marsigliesi dell’ospitalità dei nostri amici et amiche marsigliesi.

Perché abbiamo organizzato nel 2019 una passeggiata patrimoniale sull’ospitalità a Venezia all’incontro delle persone, dei luoghi e delle storie di ospitalità delle altre persone di passaggio a Venezia: la città contava allora più di 70.000 posti letto per i turisti e meno di 3.000 per le altre persone di passaggio: studenti, artisti, lavoratori, ….

Perché con l’introduzione della tassa di sbarco, Venezia sarà la prima città al mondo a contare con precisione queste altre persone di passaggio: il regolamento comunale prevede 29 eccezioni.

Perché una città non è fatta solo di residenti e turisti, soprattutto una città portuale. Dimenticarlo significa ipotecare il suo futuro: Venezia ospitale?

Appello per delle assise marsigliesi dell’ospitalità

Nel momento in cui Marsiglia, membro dell’associazione nazionale delle città e territori accoglienti, recupera la competenza turistica, chiediamo al sindaco di fare di Marsiglia una « città ospitale ».

Secondo la leggenda, la fondazione della città di Marsiglia è il frutto di un gesto di ospitalità verso uno straniero: venuti dalla lontana Focea, Prôtis e i suoi marinai sbarcano su una riva popolata da tribù celto-liguri. Piuttosto che cacciare gli sconosciuti, re Nann li invita al banchetto di nozze di sua figlia. La principessa Gyptis, offrendo una coppa d’acqua al marinaio greco, designa il suo futuro sposo con un gesto universale dell’atto di accoglienza: il dono dell’acqua. Come contro-dono, Prôtis proclamò l’alleanza dei Focesi e della tribù dei Segobrigi e fondò la città di Massalia.

L’ospitalità è così un’arte ancestrale che ha il potere di trasformare lo straniero in ospite, alleato, amico. In cambio, sarete ricevuti da lui, dai suoi parenti e dai suoi discendenti. Valore faro del mondo antico condiviso da tutte le civiltà, l’ospitalità tesse legami sociali forti e sostenibili, condizioni di pace e di scambi. Oggi come ieri, Marsiglia offre il quadro ideale a questo bel progetto di società, tanto la città-porto è sinonimo di passaggi e di accoglienza.

Viaggiatore, lavoratrici, esuli hanno trovato rifugio a Marsiglia nel corso dei secoli. Il ruolo di Marsiglia nell’impero coloniale ha partecipato allo sviluppo del turismo nascente nel XIX e XX secolo. Nel 1906 i suoi 500.000 abitanti accolgono quasi 2 milioni di visitatori per l’esposizione coloniale. Negli anni ’70, il «triangolo d’oro» di Belsunce contava più di 400 negozi e alberghi nei quali soggiornavano fino a 700.000 persone di passaggio all’anno venute del Magreb e dell’Europa a scoprire la città e fare affari. Questa storia turistica ha continuato a seguire il suo corso, fino allo sviluppo di una nuova attrattiva della città con la Capitale Europea della Cultura 2013.

Questa politica di attrattiva fa sì che un numero crescente di persone soggiorni a Marsiglia per un tempo più o meno lungo: turisti nazionali e internazionali e tifosi sportivi ovviamente, ma anche persone venute sul posto per studiare, lavorare, formarsi, come apprendisti, come futuri medici, in residenza artistica, per un riparo, in transito per stabilirsi, senzatetto, accompagnando il loro vicino (parente ?) ricoverato e molti altri. Tutti hanno in comune il bisogno di essere accolti in modo dignitoso e non tutti beneficiano dello stesso trattamento.

La scelta di distinguere l’accoglienza dei turisti, cioè a quelli che viaggiano senza cercare sul posto un lavoro, l’assistenza o una residenza, pone un certo numero di questioni in termini di giustizia sociale.

Questa politica è anche localmente fonte di preoccupazione fondiaria (inflazione dei prezzi degli immobili), professionale (grandi dimissioni e uberizzazione), sanitaria (inquinamento legato ai trasporti) ed ecologica (consumo di risorse naturali limitate, gas a effetto serra), che non possono rimanere senza risposta.

Le strategie di un turismo a quattro stagioni, di reindirizzamento dei flussi, di quota, di upselling e di labelizzazione ecologica hanno già mostrato i loro limiti in altre destinazioni, se non addirittura i loro effetti controproducenti.

Diventata «Hospitality», cioè commercializzazione del rapporto tra gli ospiti, l’ospitalità deve essere ripensata in conformità con le sfide ecologiche, la vitalità dell’economia locale, e nel rispetto della salute e dell’ambiente di vita delle marsigliesi e di tutte le persone di passaggio.

Come rimanere ospitali per tutte le persone di passaggio a Marsiglia?

Questa sfida vi proponiamo di raccoglierla insieme creando le Assisi dell’ospitalità.
Mentre il comune ha recuperato la competenza “turismo” e promuove uno sviluppo sostenibile di questo settore, una coalizione di organizzazioni della società civile locale (cooperative, associazioni, collettivi cittadini e professionisti) chiede al Sindaco di Marsiglia Benoit Payan, di organizzare prossimamente delle Assisi marsigliesi dell’ospitalità prendendo in considerazione tutte le persone accolte e accoglienti a Marsiglia per fare il punto sulla situazione e pensare insieme una Marsiglia ospitale.

È una sfida di transizione ecologica (un’accoglienza meno inquinante e più
locale) e di umanità (un’accoglienza degna).

Traduzione in italiano Prosper Wanner e Adriano Devita. Immagine Hôtel du Nord e Stéphanie Nava, Bel vedere.

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