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Cantigos in Carrela

Nell’isola di Sardegna dove le tradizioni musicali sono tra le più antiche e interessanti del mediterraneo, si distingue certamente Santu Lussurgiu, centro noto per il prezioso patrimonio del canto a Cuncordu, fra i più apprezzati della Regione. Ed è grazie alla passione dei Cuncordu Lussurzesu e dell’Associazione Culturale “Aidos”, che Santu Lussurgiu deve il successo di Cantigos in Carrela, manifestazione nata da un’idea dei cori di Florinas, Muros, Tempio Pausania e Pozzomaggiore. Giunta alla 26″ edizione, a Cantigos in Carrela hanno partecipato alternandosi, tantissime formazioni vocali proponendo i loro repertori; Cuncordos e Tenores in primis, ma anche cori e formazioni strumentali di diverse estrazioni culturali provenienti da altre realtà italiane e dall’estero si sono esibiti nelle diverse edizioni, dislocati in zone prescelte del suggestivo centro storico di Santu Lussurgiu, tra i meglio conservati in Sardegna. Gli spettatori durante la serata hanno la possibilità di seguire un percorso sonoro, a stretto contatto con gli esecutori, che riporta alla mente la festa così come era un tempo. Infatti, nel contesto di Cantigos in Carrela, c’è l’abbattimento del palco che normalmente rende (per definizione), spettacolo qualunque cosa passi sopra di esso, facendo diventare al tempo stesso estranei i fruitori della festa, costretti ad assistere invece che essere i fautori della festa stessa. La gente nei contesti tradizionali non assisteva alla festa in maniera passiva, la gente era la festa non semplicemente un pubblico. In questi ultimi anni ha prevalso l’idea che l’unica maniera di proporre e vivere le tradizioni sia possibile solo attraverso le esibizioni in palchi o televisioni locali, “spettacolarizzando” il tutto secondo un orientamento globalizzante, qui inteso nell’accezione più negativa del termine. Cantare in strada era per i Sardi cantare alle ragazze, era un seducente strumento per corteggiarle attraverso le serenate ma non solo, era anche l’occasione, per i novizi, di mettere in mostra le proprie qualità vocali e sperimentare le varie formazioni che si costituivano spontaneamente in un microcosmo nel quale cantare era uno dei pochi modi di fare musica. Naturalmente si è ben lontani dall’estinzione di un patrimonio che continua-mente da segnali di grande vitalità, come a Santu Lussurgiu, dove oltre ai vari Cuncordos riconosciuti, capita che formazioni anche estemporanee, si riuniscano occasionalmente, spesso in magasinu, per il solo piacere di cantare a Cuncordu. L’occasione per il pubblico in Cantigos in Carrela, è anche quella di vedere gli scorci tipici del centro storico, oltreché la possibilità di sentire i canti e le musiche a pochi centimetri dalla fonte sonora, gustando magari un buon bicchiere di vino, offerto agli ospiti Istranzos dai Iussurgesi, che “estendono” le proprie cantine in strada, secondo l’innato senso di ospitalità.

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Mappa delle Comunità Patrimoniali in Italia

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faroitaliaplatform.it

Comunità per il patrimonio im/materiale resiliente

Le CP sono l’obiettivo di tante associazioni culturali ed amministrazioni locali che in questi anni hanno prodotto occasioni per condividere e conoscere patrimoni complessi e straordinari, soprattutto attraverso centinaia di Passeggiate Patrimoniali (PP). Questo sito vuole creare una rete collaborativa, farcendo emergere e dialogare CP agli albori, altre già avviate, altre ancora più mature e strutturate in reti complesse.
Da anni il COE di Strasburgo lavora per l’implementazione della Convenzione di Faro (link), con alcune associazioni pioniere, come Faro Venezia (link). Assieme ad altre Comunità Patrimoniali sperimentali si è formato il think tank della Rete Faro Italia, sotto l’egida dell’ufficio in Italia del COE (link). Ora chi vuole può partecipare a questa piattaforma, interattiva e inclusiva, aperta ad ogni CP nazionale, seguendo le istruzioni riportate sotto.

Sito come regesto dinamico delle CP

La ricchezza dei patrimoni che necessitano una gestione culturale condivisa, come dei soggetti che si candidano a proporla, è connaturata nello straordinario policentrismo italiano. Le CP sono uno strumento, tanto complesso quanto efficace, per gestire questo processo. Il sito offre una piattaforma di scambio, conoscenza e partecipazione. Dove sono messi in evidenza gli eventi che ciascuna CP organizza nel breve, per favorire l’interazione spontanea e la cooperazione attiva.
Il sito promuove l’interazione trasversale tra i partecipanti. La Convenzione incoraggia l’azione corale, partecipata a tutti i livelli, che certo è più difficile dell’iniziativa individuale, ma dà maggiori garanzie di concretezza ed efficacia nella valorizzazione del patrimonio. Si tratta di un processo di cross-fertilization, dove le CP veterane ed esperte aiutano le altre, e tutte contribuiscono ad aumentare la consapevolezza collettiva.

Scheda Comunità Patrimoniale

La Convenzione di Faro per il «valore sociale del patrimonio culturale» è uno straordinario strumento per unire comunità e patrimoni. Tante Comunità Patrimoniali (CP) in Italia hanno avviato la loro attività di rete locale, una ricchezza unica in Europa. Le CP testimoniano l’avvio di processi virtuosi di valorizzazione e salvaguardia, condivisa e partecipata, con tutti coloro che hanno responsabilità e passione per il medesimo patrimonio. Il Consiglio d’Europa ha chiesto a Faro Venezia di consolidare la comunità di CP italiane, come prototipo di piattaforma nazionale, in collaborazione con l’ufficio del Consiglio d’Europa in Italia.

Comunità per il patrimonio im/materiale resiliente

Le CP sono l’obiettivo di tante associazioni culturali ed amministrazioni locali che in questi anni hanno prodotto occasioni per condividere e conoscere patrimoni complessi e straordinari, soprattutto attraverso centinaia di Passeggiate Patrimoniali (PP). Questo sito vuole creare una rete collaborativa, farcendo emergere e dialogare CP agli albori, altre già avviate, altre ancora più mature e strutturate in reti complesse.
Da anni il COE di Strasburgo lavora per l’implementazione della Convenzione di Faro (link), con alcune associazioni pioniere, come Faro Venezia (link). Assieme ad altre Comunità Patrimoniali sperimentali si è formato il think tank della Rete Faro Italia, sotto l’egida dell’ufficio in Italia del COE (link). Ora chi vuole può partecipare a questa piattaforma, interattiva e inclusiva, aperta ad ogni CP nazionale, seguendo le istruzioni riportate sotto.

Sito come registro dinamico delle CP

La ricchezza dei patrimoni che necessitano una gestione culturale condivisa, come dei soggetti che si candidano a proporla, è connaturata nello straordinario policentrismo italiano. Le CP sono uno strumento, tanto complesso quanto efficace, per gestire questo processo. Il sito offre una piattaforma di scambio, conoscenza e partecipazione. Dove sono messi in evidenza gli eventi che ciascuna CP organizza nel breve, per favorire l’interazione spontanea e la cooperazione attiva.
Il sito promuove l’interazione trasversale tra i partecipanti. La Convenzione incoraggia l’azione corale, partecipata a tutti i livelli, che certo è più difficile dell’iniziativa individuale, ma dà maggiori garanzie di concretezza ed efficacia nella valorizzazione del patrimonio. Si tratta di un processo di cross-fertilization, dove le CP veterane ed esperte aiutano le altre, e tutte contribuiscono ad aumentare la consapevolezza collettiva.

Scheda Comunità Patrimoniale

Ciascuna CP è un meccanismo unico, ma ha degli ingranaggi comuni a tutte le altre, che occorre evidenziare per aiutare a compiere un processo integrato e partecipato: per essere tutti assieme più efficaci ed inclusivi. Infatti tutte le nuove CP possono richiedere a Faro Venezia l’accesso al form, da compilare on line con tutti i dati che le contraddistinguono, seguendo le istruzioni indicate:

1 – template con la spiegazione delle voci da compilare.

2 – scheda compilata come esempio.

Per informazioni ed iscrizioni scrivere a:
info@faroitaliaplatform.it

CONVEGNO: L’ALTRO USO. USI CIVICI E PATRIMONIO PUBBLICO

Per la prima volta due delle principali Comunità Patrimoniali veneziane organizzano un dibattito/confronto pubblico diretto ad attivare (se possibile, ancora di più) la cittadinanza resistente. Si rafforza così una rete civica tra associazioni che finora hanno operato in modo molto ‘individualista’. La novità non da poco consiste nel fatto che questa volta si affrontano i temi di fondo e non le urgenze operative.

Un punto di debolezza di queste strutture civiche e sempre stata la scarsa capacità di elaborare idee innovative di ampia portata che possano influenzare le scelte politiche a livello nazionale. Alcuni concetti essenziali restano infatti confusi e mal definiti. Ad esempio che cosa si intende esattamente per ‘bene comune’? Se mettiamo assieme dieci persone ci saranno dieci definizioni diverse. Per non parlare di ‘patrimonio intangibile’ o ‘utilità generale o ‘valutazione di impatto’.

Insomma le Comunità Patrimoniali veneziane stanno diventando adulte e consapevoli.
Stanno cercando di fare rete sul serio e di assumere un esplicito ruolo politico – proprio in quanto comunità patrimoniali – cioè in forme specifiche e slegate dai partiti e dalle liste civiche.

IMMAGINE FLYER

L’Associazione Poveglia per Tutti e Teatro Anatomico-La Vida vi invitano al convegno: “L’ALTRO USO. USI CIVICI E PATRIMONIO PUBBLICO. DALLA VENDITA ALLA GESTIONE COLLETTIVA COMUNITARIA

Programma, dettagli e iscrizioni qui

Concept

l’associazione Poveglia per Tutti ha recentemente vinto un’importante battaglia: il Tar del Veneto ha ha confermato ciò che in cuor nostro sapevamo e cioè che quel misero diniego dell’Agenzia del Demanio alla nostra richiesta di concessione dell’isola rappresentò “un eccesso di potere” immotivato e arbitrario (puoi leggere la sentenza qui e qui il nostro comunicato). Il Tar costringe moralmente (e di fatto) l’Agenzia a tornare ad un tavolo negoziale, a dare delle risposte serie alla comunità.
E’ chiaro che la vicenda di Poveglia e l’atteggiamento tenuto dall’Agenzia –non dare ascolto ai cittadini, circondare l’isola con un “invisibile filo spinato” con l’Ordinanza che vieta oggi finanche l’accosto all’isola e l’intenzione di inserire Poveglia nel bando dei “fari” che in questi anni ha assegnato 22 strutture su 24 a un destino ricettivo-turistico- ha molto in comune con altre vicende in cui le istituzioni sottraggono beni pubblici alla libera fruizione e alla proprietà collettiva per la loro privatizzazione.
E’ per questo che abbiamo voluto organizzare un momento di riflessione e di analisi assieme ad altre organizzazioni di cittadini che in Italia si siano attivati per impedire le svendite e per gestire beni pubblici abbandonati e assieme a studiosi ed esperti della materia. Un momento che si propone di analizzare il piano giuridico per produrre delle trasformazioni istituzionali profonde rifacendosi a una legalità più alta, quella degli articoli costituzionali, e un momento di confronto esperienziale e di sintesi delle pratiche e delle soluzioni messe in campo dalle diverse realtà con l’intento di dar inizio a un lavoro in rete.

Tre gruppi di lavoro tematici al mattino

Sabato 14 aprile a Palazzo Badoer, San Polo 2468, Venezia
mappa
Ore 10 Le realtà fanno rete – con ospiti da Napoli, Firenze, Roma e Reggio Emilia ci confronteremo attorno a tre tavoli di lavoro a cui ti chiediamo di iscriverti cliccando sui link:

Vendita del patrimonio pubblico e trasformazione delle città
Coordina:  Ilaria Boniburini (Eddyburg)
Iscriviti qui
E’ il tavolo in cui affrontare la questione della vendita del patrimonio pubblico, del piano delle alienazioni e delle conseguenze sulla trasformazione delle città: quali strumenti per invertire la tendenza?

Strumenti giuridici e trasformazioni istituzionali necessarie
Coordina: Giuseppe Micciarelli (giurista)
Iscriviti qui
E’ il tavolo in cui aggredire il rapporto con le istituzioni e confrontarsi sui possibili strumenti (usi civici, regolamenti, concessioni ecc.) per il riconoscimento della gestione di spazi pubblici da parte delle comunità di cittadini.

Autogoverno, gestione della partecipazione e sostenibilità economica
Coordina: Poveglia per tutti
Iscriviti qui
Qui si vogliono elaborare alcune linee guida per dotarsi di modelli interni di gestione delle decisioni che potenzino l’attivismo e la partecipazione mantenendo la solidità dei percorsi e delle esperienze maturate. E si vogliono affrontare il tema del lavoro e della sostenibilità economica di queste realtà in divenire ponendosi al di fuori dalle logiche del profitto e del rapporto di subordinazione tra soggetti.

(https://www.eventbrite.it/e/biglietti-tav-3-autogoverno-gestione-della-partecipazione-e-sostenibilita-economica-44257607696)

Saranno con noi ai tavoli: ex-asilo Filangieri (NA)Mondeggi fattoria senza padroni (FI)Casa Bettola (RE)Decide Roma, e altri (in via di definizione)

Nel pomeriggio

Ore 14:30 Suggestioni e integrazioni con:
Tomaso Montanari (storico dell’arte) “Privatizzazioni del patrimonio, implicazioni politiche e conseguenze culturali”
Giovanni Semi (sociologo) “Produrre le città, gli interessi in gioco”
Marco Bersani (Attac) “Debito, causa o trappola?”
Maria Rosa Vittadini (urbanista) “Spazi di rigenerazione”
Ugo Mattei (giurista) “Tra azione, denuncia e autogestione”
Guido Cavalca (sociologo) “La sostenibilità autogestionaria, la fabbrica recuperata”

Ti invitiamo a partecipare e a dare il tuo contributo di idee.
E dopo? Dopo vi aspettiamo al MA Festival da Argo16! Molti artisti hanno risposto al nostro appello per una serata di arte e convivialità per i beni collettivi e per festeggiare la vittoria al Tar, venite ad ascoltarli! Sarà con noi anche il mitico Herman Medrano!
http://www.povegliapertutti.org/wp/ma-festival-2018/

E non finisce qui: ci ritroviamo DOMENICA 15 APRILE per una passeggiata consapevole (ore 10:30 in via Garibaldi), un pranzo condiviso e un tavolo di confronto sulla turistificazione: https://www.facebook.com/events/1843814962587407/?ti=as

La Barchetta: Venezia a remi

Vi segnaliamo questa bella iniziativa dell‘Associazione Il Caicio.
Si tratta di occasioni per girare per la laguna su barche a remi tipiche (e storiche anche). Per chi non ha mai provato è una cosa da non perdere. Potrebbe farvi capire di colpo perché i veneziani si sentono incompresi da chi vive sulla terra. Niente paura: non dovete remare voi, remano  gli accompagntaori de Il Caico.

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Ma c’è un altro motivo di interesse:
Far “vivere” barche barche storiche invvece di rottamerle o musealizzarle ha i suoi costi, persso non bassi. Per queste gite allora si sperimentarà il crowfunding e una logica di condivisione dei costi basato sull’antico sistema dei carati che si fonda sulla divisione di una proprietà in 24 quote.

Video:

Questa è una sintesi del programma, ma potete vederlo più in dettaglio qui.

GITE BREVI
1) Poveglia – 23 luglio 9h00-13h00
2) Morte a Venezia – 24 luglio 17h00-20h00
3) Barche da Mestre – 30 luglio 9h00-12h00
4) Da Marco Polo a Marco Polo – 19 agosto 19h00-22h00
5) Marghera sensa fabriche sarìa più sana – 26 agosto 17h00-20h00
6) Campalto a remi – 2 settembre 15h00-18h00
7) Itinerario Zen – 9 settembre 17h00-20h00

GITE LUNGHE
1) In Barchetta in Bacàn – 20 agosto 9h00-16h00
2) Itinerario Francescano – 27 agosto 9h00-17h00
3) Certosa, Sant’Andrea e Le Vignole – 18 settembre 9h00-17h00

ESPERIENZE “IO C’ERO”
1) Cena esclusiva Dapes – 27 agosto 20h00-23h00
2) “Tumulto e Ordine” – 10 settembre 8h00-15h00

LA barchetta.jpgPer iscrivervi e contribuire andate su questo link o cliccate sull’immagine a fianco.

 

Reti sociali e valorizzazione del patrimonio

sapere lìeuroaPubblichiamo un articolo di Massimo Carcione, neo socio di Faro Venezia, ed esperto di diritto e organizzazione internazionale del patrimonio culturale: “Dalle reti di solidarietà e conoscenze, al sistema integrato di valorizzazione del patrimonio culturale”

Il concetto di rete per la valorizzazione delle conoscenze sociale è familiare da molti anni a chi si occupa di informatica sia dal punto di vista tecnico e che da quello economico al punto che quasi non è più possibile capire qualcosa di quello che succede in questi ambiti senza utilizzarlo. Anche le reti sociali sono ben note a chi si occupa di questioni sociali e agli economisti che ne conoscono bene il valore.

Le amministrazioni pubbliche invece sono gerarchie e le gerarchie non sono solamente una forma di organizzazione, sono anche e soprattutto un modello di pensiero e di percezione del mondo radicalmente incompatibile con il concetto di rete.

Così quando si parla di reti di valorizzazione dei beni culturali nell’ambito delle amministrazioni pubbliche non è strano che ci si riferisca ad attività, anche utili, ma di contorno, come ad esempio gli interventi nei social network per promuovere qualche evento oppure per forme di divulgazione che spesso sono un sorta di marketing “mascherato”.

Inoltre le amministrazioni sono organizzate su base territoriale di competenza, per cui i dirigenti cercano di non invadere i campo dei loro colleghi di altre aree e in questo modo vanificano proprio le caratteristiche “connettive” delle reti che ne costituiscono uno dei pregi principali.

Scrive Carcione: “Le vere reti di valorizzazione, invece, attengono piuttosto all’ambito della condivisione di competenze e buone pratiche, dell’attitudine alla collaborazione e alla condivisione di saperi e valori, della costruzione di relazioni solidali per certi versi analoghe a quelle della mutua assistenza”.

E si potrebbe andare oltre: le reti sociali sono soggetti collettivi in grado di produrre cultura in modo autonomo e con modalità spesso imprevedibili, non solo di fruire passivamente di quella prodotta da altri. E questo le rende davvero incomprensibili alla burocrazia pubblica e in qualche modo inquietanti.

Adriano De Vita

Link diretto all’articolo
Link al n.1 della rivista “Sapere l’Europa, sapere d’Europa” che lo contiene