Scenari per l’eredità culturale

heritage convegno 24 febb

A questo incontro parteciperanno gli autori ‘veneziani’ che hanno contribuito alla pubblicazione del volume:

CULTURAL HERITAGE. SCENARIOS 2015-2017
Edited by Simona Pinton, Lauso Zagato
Volume IV, ‘Sapere l’Europa, sapere d’Europa’
Edizioni Ca’ Foscari Digital Publishing
ISBN della edizione Ebook 978-88-6969-179-9
http://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni/libri/978-88-6969-225-3/

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Concentreremo l’attenzione sui profili di interesse veneziano del volume perché ci sono già state presentazioni in Italia e fuori, però concentrate rispettivamente sul profilo disciplinare giuridico o su quello antropologico. Crediamo che sia preferibile approfondire i contributi di segno “lagunare” perche Vnezia prenta molti elemeni di intersse specifico sul ruiolo delle comunità ptarimonile e molti altri.

Ex Libris – come stanno gli artigiani?

A Venezia si parla spesso di artigianato come fatto culturale legato all’heritage dei luoghi o come fonte di creatività produttiva di eccellenza. Se ne parla, ma poi si abbandona a sé stesso e alle dinamiche di mercato che, in una città travolta dal turismo di massa, tende ad espellere le bottege a causa degli insostenibili affitti turistici nella sostanziale indifferenza della politica.  In questo incontro confronteremo esperienze reali in botteghe storiche e analizzaremo la nuova legge regionale del Veneto che sembra aprire per la prima volta qualche prospettiva reale per il nostro patrimonio, materiale e immateriale, di botteghe e maestri artigiani

Per cortesia, chi intende pertecipare si registri qui.

locandina IPG prima pagina

Scarica la locandina in PDF

Il progetto

EX LIBRIS è un progetto articolato che coinvolge cinque botteghe storiche di Venezia che si occupano di lavorazioni collegate al mondo della carta: produzione di carta a mano di qualità, editoria con tecniche tradizionali grafica creativa, serigrafia, incisioni, rilegatura, libri d’artista. Venezia vanta una lunghissima tradizione in questo settore: è la città in cui si è passati per la prima volta dalla pergamena alla carta nel 15°secolo e ha fondato un’industria per la produzione di carta nota in tutto il mondo antico. É anche la città in cui Aldo Manuzio ha inventato l’editoria moderna con una serie di geniali innovazioni, valide ancora oggi. In città inoltre ci sono biblioteche storiche che conservano testi antichi di grande interesse e con stampe o miniature preziose, dai quali i giovani artigiani possono realizzare nuove edizioni con le tecniche tradizionali. Venezia poi esercita una forte attrattiva per appassionati, collezionisti e clienti provenienti da tutto il mondo. Questo è un enorme valore per gli artigiani, che consente loro di attirare un clientela che si rinnova continuamente, senza necessità di muoversi dalla propria sede. Qui ci sono le condizioni perché queste lavorazioni possano venire efficacemente tramandate e valorizzate, favorendo quei tipi di innovazione che si basano sul valore storico e culturale dei prodotti e sulle nuove forme organizzative emergenti, come le reti d’impresa e i coworking. Il progetto ha offerto la possibilità a cinque allievi disoccupati e/o svantaggiati, di apprendere lavori artistici afferenti al mondo della carta, della stampa, della legatoria, allo scopo di fornire un proprio contributo attivo per il recupero e la valorizzazione di tali mestieri, in risposta al concreto rischio di perdita dell’immenso patrimonio di conoscenze, tecniche e tradizione che essi rappresentano.

L’ambiente di apprendimento

A tale scopo il progetto ha superato il tradizionale modello della formazione intesa come “corso in aula”, del tutto inadatto per lo sviluppo di capacità artigianali sofisticate, capacità creative di tipo estetico oltre che tecnico, atteggiamenti imprenditoriali, capacità di operare in reti complessi di attori a livello locale e globale. Abbiamo organizzato un ambiente di apprendimento complesso, ricco di stimoli ed occasioni diverse, nel quale i mastri artigiani e gli aspiranti allievi hanno cooperato, influenzandosi reciprocamente: sono stati realizzati tirocini in bottega, pillole formative, visite studio presso realtà di eccellenza per il settore anche all’estero, laboratori creativi collettivo, workshop tematici, project work per l’avvio di attività autonoma e in rete.

Il workshop di conclusione

Il workshop di conclusione ha l’obiettivo di informare il pubblico sui risultati del progetto EX LIBRIS, attraverso la presentazione delle esperienze dei protagonisti, nonché di stimolare una discussione sul valore aggiunto di iniziative che promuovano la valorizzazione e il recupero in chiave innovativa di antichi mestieri artigiani. Sarà anche l’occasione per una discussione approfondita sulla recentissima legge regionale per l’artigianato che introduce una serie di rilevanti innovazioni per il settore (LEGGE REGIONALE 08 ottobre 2018, n. 34 Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell’artigianato veneto).

Saranno poi organizzati, con la metodologia del World Cafè, alcuni tavoli tematici nei quali – prendendo spunto degli interventi nella prima parte dell’incontro – i partecipanti potranno discutere e proporre le loro idee su come sostenere questo tipo di attività artigianali, creando un ambiente locale incentivante e di supporto. In particolare saranno discusse le diverse modalità possibili per la realizzazione di spazi di coworking e reti di imprese per giovani artigiani, sulla base di un progetto concreto.+

 

Passeggiate a VISSO- oltre l’orrore del sisma

Chi ci segue sa che collaboriamo da qualche tempo con Faro-Cratere, l’associazione che sta agendo con creatività e coraggio per implementazione della Convenzione di Faro nelle zone terremotate del centro Italia, in Marche Umbria e Lazio.

Dopo varie vicissitudini e con molte diffcoltà ecco ol il programma delle passeggiate patrimoniali a Visso e San Ginesio.

Per quella di Visso:

Oltre l’orrore del sisma: la voce dei testimoni della vita quotidiana a Visso.

Un invito a venire ad ascoltarli domenica mattina, 7 ottobre.

Una sequenza di incontri nella zona rossa di Visso con i testimoni degli antichi mestieri che la animano e la animavano, nello spirito della Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa. Itinerario descritto nel programma allegato.

I manufatti storici ed il loro valore d’uso sono indistricabili, vanno compresi e raccontati attraverso l’esperienza degli eredi di tradizioni, mestieri e tecniche che danno senso a quei luoghi. Vi proponiamo un racconto plurale capace di tenere assieme passione e cultura, arte e mercato, produzione e turismo, innovazione e tradizione.

Ore 9.30:
Ritrovo al Largo Filippo Corridoni – Visso
Ore 10.00:
Enrico Franconi, appassionato di storia locale: dalle pietre al caffè Sibilla
Ore 10.30:
Elio Aureli, custode del museo: una vita per il museo
Ore 11.00:
Angelo e Giorgio Calabrò, macellai: la tradizione del norcino
Ore 11.30:
Marco e Roberto Scolastici, allevatore: transumanza e borghi montani
Ore 12.00:
Pietro Venanzoni, Vittorio Sansoni: falegnami, ebanisti e maestri d’ascia
Ore 12.30:
discussione, con i testimoni, le associazioni e le amministrazioni locali

Sono possibili alcuni cambiamenti negli interventi.
Portare calzature comode perché il percorso potrebbe essere accidentato.

La passeggiata è aperta al pubblico su prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni per entrambe le passeggiate scrivete a 
Francesco Calzolaio: f.calzolaio@culturnet.net

S’invita anche a diffondere il programma per il buon esito dell’iniziativa.
Grazie

—-
arch. Francesco Calzolaio
presidente associazione Venti di Cultura, coordinatore di Faro Venezia
membro ICOMOS, Faro Venezia, Europa Nostra EIHC Committee

Quale ‘valore’ per la Batteria Casabianca?

Sabato e domenica prossimi (22 e 23 settembre 2018) la Batteria Casbianca del Lido di Venzia sarà riaperta al pubblico co un ricco programma di attività, per grandi e bambini.

programma grafica

In Diversity Onlus- che promuove il progetto – vuole ridefinire profondamente il concetto di ‘valore’ attraverso il recupero della Batteria, in collaborazione con Faro Venezia e altri.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una corsa degli enti pubblici verso la vendita indiscriminata dei beni pubblici ai privati con il duplice scopo di fare cassa e liberarsi di un bene che non sanno come gestire.

Una parte consistente di questi beni però possono essere valorizzati in altro modo. Possono produrre valore comune per gli abitanti della zona, favorire il senso di comunità locale, la coesione sociale, creare posti di lavoro e produrre educazione e cultura, fsaborire il dilogo interculturale, rendere i luoghi attraenti per nuovi residenti e nuove famiglie, prevenire il disagio sociale e giovanile. Non tutti questi valori sono valori economici, ma producono chiari miglioramenti della qualità della vita per chi ne usufruisce. Del resto, se il criterio economico fosse l’unico rilevante, dovremmo chiudere subito il 90% delle scuole, forse tutte.

La vera sfida è invece è riuscire trasformare questo luogo abbandonato un in centro di socialità, produzione di cultura, educazione permanente, servizi e convivialità per tutti gli abitanti dell’isola. E di garantirne la sostenibilità economica nel tempo.

Siete tutti invitati a contribuire. 

Troverete altre notizie in vari post successivi nel sito di In Diversity su FaceBook

 

Arti applicate a Treviso

Travisium Gioiosa – partner di Faro Venezia – propone per le Giornate Eropee del Patrimonio 2018, una serie di incontri sulle arti applicate. Sarà possibile addentrarsi nei segreti degli affreschi,  dei ricami e tessuti antichi e delle opere metalliche guidati da espoeri e maestri artigini. Sarà anche un’occasiione per riscoprire Ca da Noal, la splendida ex casa dei trevigiani, che Tarvisuim Gioiosa, tra mille difficoltà, sta cercando di riportare agli antchi splendori.

locandina ARTE APPLICATA CA DE NOAL 22-23 SETT 2018

Progetto ATENA

WORKSHOP di CONCLUSIONE
“La valorizzazione dei mestieri della tradizione nel contesto dell’Arsenale di Venezia”

Il pomeriggio del 21 giugno discuteremo di artigianato d’arte con alcuni giovani apprendisti che hanno appena concluso un articolato programma di tirocini in bottega. Ci saranno i loro maestri e altri testimoni e la prima di un video che tenta di mostrare l’esperienza di bottega.

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C’è una trappola molto comune quando si discute di artigianato di qualità: tutti sembrano convinti di sapere di che cosa stanno parlando anche se poi diventa presto evidente che le cosa non stanno esattamente così. Solo trovare il modo di distinguere la qualità dalla non-qualità in modo affidabile è un problema non da poco. Ma qualunque politica di supporto si voglia fare bisogna partire da qui e se questo non è chiaro si generano azioni inefficaci o anche controproducenti. Per non parlare del valore culturale. Tutti sono sempre d’accordo che questo valore ci sia, che sia alto e che vada valorizzato. Ottimo. Ma se chiedo in che cosa consista questo valore esattamente, beh… di solito è scena muta.
Peccato perché se io fossi un sindaco che decide di investire soldi pubblici in azioni di supporto all’artigianato di qualità devo essere in grado di motivare questa scelta in modo convincente. Molto convincente.

Siete tutti invitati.
Se venite, per cortesia registratevi qui
(dobbiamo sapere quanti sarete per ovvi motivi organizzativi)

VEDI / SCARICA LA LOCANDINA IN PDF

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Il progetto ATENA
Il progetto coinvolge FABBRI, CERAMISTI E VETRAI ovvero alcuni tra i mestieri antichi scelti per la loro valenza storica ed economica, in particolare per la città di Venezia. La motivazione alla base del progetto è quella di riuscire a tramandare e valorizzare in ottica innovativa questi mestieri mediante l’apporto di nuove leve, adeguatamente formate. Come è noto il ricambio generazionale per molti mestieri artigiani non è semplice: una delle finalità del progetto è creare le condizioni per favorire l’occupazione di persone disoccupate e/o svantaggiate che siano motivate ad apprendere questi lavori, allo scopo di poter dare un proprio contributo attivo per il recupero e la valorizzazione di tali mestieri antichi e tradizionali, in risposta al concreto rischio di perdita dell’immenso patrimonio di conoscenze e tecniche che essi rappresentano. Acquisire maestria è certamente una cosa complessa che richiede tempi lunghi: il percorso formativo previsto dal progetto non può risolvere questo problema, che è di ampia portata, ma ha permesso la realizzazione di un ambiente di apprendimento complesso e stimolante fatto di formazione in aula, tirocini, laboratorio creativo, visite di studio, workshop tematici, project work per l’avvio di attività autonoma.

Il video “FERRO,FUOCO, TERRA, VETRO”
Si tratta di un documentario “immersivo”, senza commenti parlati, con i rumori d’ambiente e brevi interventi dei protagonisti. Si vedranno i cinque tirocinanti e i loro tutor mentre realizzano una o più opere quasi in tempo reale. L’idea di base è filmare l’esperienza del lavoro in bottega, rendere conto dell’ambiente e delle persone che lo abitano. É una proiezione in anteprima che servirà anche come introduzione ai temi del world cafè.

I due temi proposti
Due relatrici introdurranno i temi che saranno oggetto della discussione nei tavoli del word cafè:

Stefania Giannici – Come si diventa artigiani: l’esperienza imprenditoriale
Stefania è una artista-artigiana che crea gioielli e oggetti di creatività sorprendente utilizzando prevalentemente la carta. Ha avviato da pochi anni Paperoowl, il suo laboratorio-negozio, in Calle Larga a Santa Croce. Prima faceva altre cose e ci racconterà, senza la retorica dell’essere impreditori-di-sé stessi, che cosa significa – in realtà – lavorare in modo autonomo, con le trasformazioni che ciò comporta anche sul piano personale.

Laura Ostan – Come si creano e combinano valore estetico e monetario di un oggetto.
Laura è una storica dell’arte che ha gestito per anni una galleria d’arte specializzata nella cura di artisti emergenti, la galleria Perelà a Castello. Ora è attiva specialmente come curatrice indipendente. Nel corso di queste esperienze il problema di come attribuire un valore economico alle opere nate per avere un valore estetico è stato sempre una costante. Questa questione tocca molto da vicino quegli artigiani che vendono oggetti più che servizi. Se lo fanno utilizzando i criteri ottocenteschi di attribuzione del valore (costo dei materiali e delle ore di lavoro) non potranno sopravvivere oggi perché si porrebbero in concorrenza con l’industria e sarebbero perdenti in partenza.

Il World Cafè
il World Cafè è’ un metodo di lavoro che consente di scambiare idee con altre persone che condividono l’interesse per uno stesso tema. Il metodo è nato dall’osservazione che, in occasione di convegni, conferenze, eventi pubblici, spesso le idee più interessanti vengono discusse nelle pause per il caffè. In pratica si tratta di organizzare piccoli gruppi di discussione nei quali i partecipanti discutono in modo rilassato e informale, si scambiano esperienze, intrecciano relazioni, sviluppano idee nuove attraverso il dialogo e il confronto reciproci.
Alla fine i risultati vengono riassunti e diffusi a tutti in sede plenaria.

Per registrasi:  https://atenaworkshop.eventbrite.it

Per informazioni:
Jane Da Mosto: info@weareherevenice@org – Cell. 3488954642
Martina Turchetto: info@ecipa.eu – tel. 041.928638

 

Esperienze di applicazione della Convenzione di Faro

Per un patrimonio europeo vivo, oggetto di dibattito e come responsabilità condivisa

La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore sociale del patrimonio culturale – la cosiddetta Convenzione di Faro – è stata adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 13 ottobre 2005 ed è entrata in vigore il primo giugno 2011. È stata ratificata da diciassette Stati membri e firmata da altri sei.

Il Piano d’Azione Faro è stato predisposto dal Consiglio d’Europa come meccanismo di monitoraggio della Convenzione quadro e mira a far comprendere la ricchezza e la novità dei suoi principi, a proporre percorsi di interpretazione adeguati alle attuali  sfide sociali, a introdurre punti di riferimento comuni e a creare meccanismi e strumenti che incoraggino le iniziative ispirate ai principi di Faro. Privilegia un approccio di tipo “ricerca azione” che punta a integrare i vari soggetti coinvolti e ad appoggiarsi sui risultati delle loro speci che esperienze. In questo contesto, la Rete della Convenzione di Faro riunisce su scala paneuropea esponenti della società civile, della pubblica amministrazione o rappresentanti eletti che, sotto l’egida del Consiglio d’Europa, si scambiano informazioni sulla fruizione del patrimonio culturale come fonte e risorsa delle azioni innovative che ciascuno di essi intraprendea livello locale in risposta alle molteplici crisi che ben conosciamo: crisi della rappresentanza politica, crisi del modello economico e crisi  della coesione sociale di fronte alle migrazioni. La Convenzione di Faro è il loro quadro di riferimento comune.

La rete è attualmente composta da una ventina di persone identicate dal Consiglio d’Europa come “mediatori” e “facilitatori” per la loro capacità di far cooperare localmente una serie di soggetti attorno a processi patrimoniali inclusivi e rispettosi della dignità di ciascuno. Come e perché una convenzione europea che non apporta “né gloria, né potere, né denaro” ha maggiore importanza a livello locale che a livello nazionale o europeo?

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CONVEGNO: L’ALTRO USO. USI CIVICI E PATRIMONIO PUBBLICO

Per la prima volta due delle principali Comunità Patrimoniali veneziane organizzano un dibattito/confronto pubblico diretto ad attivare (se possibile, ancora di più) la cittadinanza resistente. Si rafforza così una rete civica tra associazioni che finora hanno operato in modo molto ‘individualista’. La novità non da poco consiste nel fatto che questa volta si affrontano i temi di fondo e non le urgenze operative.

Un punto di debolezza di queste strutture civiche e sempre stata la scarsa capacità di elaborare idee innovative di ampia portata che possano influenzare le scelte politiche a livello nazionale. Alcuni concetti essenziali restano infatti confusi e mal definiti. Ad esempio che cosa si intende esattamente per ‘bene comune’? Se mettiamo assieme dieci persone ci saranno dieci definizioni diverse. Per non parlare di ‘patrimonio intangibile’ o ‘utilità generale o ‘valutazione di impatto’.

Insomma le Comunità Patrimoniali veneziane stanno diventando adulte e consapevoli.
Stanno cercando di fare rete sul serio e di assumere un esplicito ruolo politico – proprio in quanto comunità patrimoniali – cioè in forme specifiche e slegate dai partiti e dalle liste civiche.

IMMAGINE FLYER

L’Associazione Poveglia per Tutti e Teatro Anatomico-La Vida vi invitano al convegno: “L’ALTRO USO. USI CIVICI E PATRIMONIO PUBBLICO. DALLA VENDITA ALLA GESTIONE COLLETTIVA COMUNITARIA

Programma, dettagli e iscrizioni qui

Concept

l’associazione Poveglia per Tutti ha recentemente vinto un’importante battaglia: il Tar del Veneto ha ha confermato ciò che in cuor nostro sapevamo e cioè che quel misero diniego dell’Agenzia del Demanio alla nostra richiesta di concessione dell’isola rappresentò “un eccesso di potere” immotivato e arbitrario (puoi leggere la sentenza qui e qui il nostro comunicato). Il Tar costringe moralmente (e di fatto) l’Agenzia a tornare ad un tavolo negoziale, a dare delle risposte serie alla comunità.
E’ chiaro che la vicenda di Poveglia e l’atteggiamento tenuto dall’Agenzia –non dare ascolto ai cittadini, circondare l’isola con un “invisibile filo spinato” con l’Ordinanza che vieta oggi finanche l’accosto all’isola e l’intenzione di inserire Poveglia nel bando dei “fari” che in questi anni ha assegnato 22 strutture su 24 a un destino ricettivo-turistico- ha molto in comune con altre vicende in cui le istituzioni sottraggono beni pubblici alla libera fruizione e alla proprietà collettiva per la loro privatizzazione.
E’ per questo che abbiamo voluto organizzare un momento di riflessione e di analisi assieme ad altre organizzazioni di cittadini che in Italia si siano attivati per impedire le svendite e per gestire beni pubblici abbandonati e assieme a studiosi ed esperti della materia. Un momento che si propone di analizzare il piano giuridico per produrre delle trasformazioni istituzionali profonde rifacendosi a una legalità più alta, quella degli articoli costituzionali, e un momento di confronto esperienziale e di sintesi delle pratiche e delle soluzioni messe in campo dalle diverse realtà con l’intento di dar inizio a un lavoro in rete.

Tre gruppi di lavoro tematici al mattino

Sabato 14 aprile a Palazzo Badoer, San Polo 2468, Venezia
mappa
Ore 10 Le realtà fanno rete – con ospiti da Napoli, Firenze, Roma e Reggio Emilia ci confronteremo attorno a tre tavoli di lavoro a cui ti chiediamo di iscriverti cliccando sui link:

Vendita del patrimonio pubblico e trasformazione delle città
Coordina:  Ilaria Boniburini (Eddyburg)
Iscriviti qui
E’ il tavolo in cui affrontare la questione della vendita del patrimonio pubblico, del piano delle alienazioni e delle conseguenze sulla trasformazione delle città: quali strumenti per invertire la tendenza?

Strumenti giuridici e trasformazioni istituzionali necessarie
Coordina: Giuseppe Micciarelli (giurista)
Iscriviti qui
E’ il tavolo in cui aggredire il rapporto con le istituzioni e confrontarsi sui possibili strumenti (usi civici, regolamenti, concessioni ecc.) per il riconoscimento della gestione di spazi pubblici da parte delle comunità di cittadini.

Autogoverno, gestione della partecipazione e sostenibilità economica
Coordina: Poveglia per tutti
Iscriviti qui
Qui si vogliono elaborare alcune linee guida per dotarsi di modelli interni di gestione delle decisioni che potenzino l’attivismo e la partecipazione mantenendo la solidità dei percorsi e delle esperienze maturate. E si vogliono affrontare il tema del lavoro e della sostenibilità economica di queste realtà in divenire ponendosi al di fuori dalle logiche del profitto e del rapporto di subordinazione tra soggetti.

(https://www.eventbrite.it/e/biglietti-tav-3-autogoverno-gestione-della-partecipazione-e-sostenibilita-economica-44257607696)

Saranno con noi ai tavoli: ex-asilo Filangieri (NA)Mondeggi fattoria senza padroni (FI)Casa Bettola (RE)Decide Roma, e altri (in via di definizione)

Nel pomeriggio

Ore 14:30 Suggestioni e integrazioni con:
Tomaso Montanari (storico dell’arte) “Privatizzazioni del patrimonio, implicazioni politiche e conseguenze culturali”
Giovanni Semi (sociologo) “Produrre le città, gli interessi in gioco”
Marco Bersani (Attac) “Debito, causa o trappola?”
Maria Rosa Vittadini (urbanista) “Spazi di rigenerazione”
Ugo Mattei (giurista) “Tra azione, denuncia e autogestione”
Guido Cavalca (sociologo) “La sostenibilità autogestionaria, la fabbrica recuperata”

Ti invitiamo a partecipare e a dare il tuo contributo di idee.
E dopo? Dopo vi aspettiamo al MA Festival da Argo16! Molti artisti hanno risposto al nostro appello per una serata di arte e convivialità per i beni collettivi e per festeggiare la vittoria al Tar, venite ad ascoltarli! Sarà con noi anche il mitico Herman Medrano!
http://www.povegliapertutti.org/wp/ma-festival-2018/

E non finisce qui: ci ritroviamo DOMENICA 15 APRILE per una passeggiata consapevole (ore 10:30 in via Garibaldi), un pranzo condiviso e un tavolo di confronto sulla turistificazione: https://www.facebook.com/events/1843814962587407/?ti=as

Bibliografia online sulla Convenzione di Faro

Vedi/scarica la bibliografia in PDF.
A cura di Lauso Zagato.
Si tratta di un insieme di testi che forniscono un’idea complessiva della Convenzione di Faro, dalla sua storia alle discussioni che si sono articolate sulle questioni più rilevanti che solleva. Per chi si avvicina a qeste temtiche per la prima volta sarà di grande aiuto.
Vi si trovano anche alcuni approfondimenti sui problemi più dibattuti. E’ stata redatta in occasione del convegno: “La Convenzione di Faro e le Comunità Patrimoniali” – Venezia, 9 aprile 2018.

Festa di Faro

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intestazione locandina completa

In occasione del convegno sulla Convenzione di Faro e comunità patrimoniali che si terrà il 9 aprile a Ca’ Foscari e della Passeggiata Patrimoniale che si terrà l’8 aprile a Murano, l’Associazione Faro Venezia invita cittadini, associazioni, istituzioni alla prima “Festa Faro”. Una serata insieme per condividere Creatività e Saperi che sono parte del Patrimonio Culturale di Venezia.

Per partecipare chiediamo, gentilmente, di prenotare inviando un’email all’organizzatrice: Patrizia Vachino, mozuela18@gmail.com

Programma

Città d’Acqua
canti tradizionali, parole dette della Venezia Lagunare,
di e con Sandra Mangini

L’Acqua conserva memoria di ciò che le accade.
Se Venezia è ancora lì, un prodigio vivente davanti agli occhi meravigliati del mondo, è grazie al rapporto che i suoi abitanti hanno saputo costruire nel tempo con l’Acqua.
L’esistenza stessa della Laguna, frutto di questo rapporto delicato e attento, talvolta spietato ma nello stesso tempo generoso e vitale, testimonia l’intelligenza, l’abilità, la capacità delle persone di misurarsi con l’ambiente in cui vivono, nell’interesse reciproco – della Città e dell’Acqua, come in un binomio inscindibile – vincolati da un patto paritario e leale. Un rapporto in continua definizione, fluido, come la laguna stessa: né mare, né fiume, terra e acqua nello stesso tempo, regno naturale particolarissimo. E, ancora una volta, regno di una comunità umana sapiente, forte e amante della vita. Questo racconto è tratto dalle parole di Olimpia e Alba Turchetto e dell’amica Elda, raccolte da Cristina Bettin per la ricerca “Venezia, la memoria dell’Acqua” a cura della Società di Mutuo Soccorso Ernesto De Martino di Venezia.

I balli di Gaetano Grossatesta

Ensemble della Scuola di Musica Antica di Venezia
Elena Ajani, Ilaria Sainato, danza
Serena Mancuso, violoncello barocco, Marco Rosa Salva, flauti dolci

La Biblioteca del Museo Correr di Venezia conserva un prezioso piccolo manoscritto contenente la partitura coreografica dei Balletti in occasione delle felicissime nozze di S. E. Loredana Duodo con S. E. Antonio Grimani, avvenute a Venezia nel 1726. È una importantissima, perché quasi unica, testimonianza delle danze in uso a Venezia nella prima metà del Settecento. Gaetano Grossatesta nacque a Modena attorno al 1700, fu ballerino, coreografo ed impresario nei più importanti teatri italiani dell’epoca. A Venezia, dal 1720, fu inventore e direttore dei balli nel teatro Grimani di San Samuele.

El ziogo de le perle de vero
Le Storie de Teresa
Valentina Confuorto, autrice e musicista
Lucia Santini ,attrice

Teresa è una muranese dal temperamento umorale, un’artigiana del vetro appassionata di storie di donne. Non si farà pregare per raccontare di Ermonia Vivarini, creatrice di immaginifiche navi di vetro soffiato, o di Marietta Barovier, geniale inventrice della perla”rosetta”

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Convegno: Convenzione di Faro e comunità patrimoniali

La comunità patrimoniali stanno velocemente aumentando di numero in tutta Europa. A Venezia stanno anche sviluppando una consapevolezza sempre maggiore del ruolo propriamente politico che svolgono come strutture di cittdinanza attiva.

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PRIMA PAGINA

PROGRAMMA

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Faro Cratere

Logo FaroCratere 1Strategie di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale per la ricostruzione delle comunità danneggiate dal sisma nell’Italia centrale.

Faro Cratere è un’ipotesi di lavoro sull’implementazione della Convenzione di Faro nelle zone terremotate del centro Italia, in Marche Umbria e Lazio. Nasce come sezione territoriale dell’associazione Faro Venezia, a partire dal lavoro del suo socio fondatore Francesco Calzolaio, originario del maceratese, che ne è il coordinatore. Si sviluppa grazie al lavoro locale di due giovani universitarie, la laureanda Giulia Piccioni (Umbria) e la dottoranda Rachele Marconi (Marche), ed è aperto al contributo di cittadini, associazioni e istituzioni locali; sotto l’egida del Consiglio d’Europa ufficio di Venezia, che seguirà con interesse ed attenzione gli sviluppi dell’iniziativa.

IMMAGINE SISMA

Faro Cratere, tra l’altro, promuove delle passeggiate patrimoniali nei paesi colpiti dal sisma, con il duplice obiettivo di informare e sensibilizzare istituzioni e cittadinanza sugli sviluppi della Convenzione a livello italiano ed europeo e dare impulso a nuovi percorsi di gestione partecipata del patrimonio culturale materiale e immateriale.

La convenzione di Faro del Consiglio d’Europa sul valore sociale del patrimonio culturale attribuisce una responsabilità collettiva a cittadini ed istituzioni nella salvaguardia e gestione del patrimonio culturale. La convenzione indica due strumenti operativi principali: le passeggiate e le comunità patrimoniali. Mentre le prime hanno avuto anni di sperimentazioni in Italia ed in Europa, le seconde sono ancora tutte da scoprire.
Le passeggiate in corso di preparazione sono organizzate dalle associazioni Faro Cratere e Venti di Cultura, in collaborazione con l’Ufficio in Italia del Consiglio di Europa; saranno aperte al pubblico di cittadini previa iscrizione, data e termini d’iscrizione saranno comunicati al più presto.

Questo documentario mostra in tutta la loro drammaticità l’esperienza dei testimoni, eredi di tradizioni, mestieri e tecniche che danno senso a quei luoghi.

Vai al documentario: “Impresa e genius loci: oltre l’orrore del sisma”

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PASSEGGIATA PATRIMONIALE: Murano tra impresa e genius loci

La passeggiata

Murano tra impresa e genius loci: un itinerario attraverso il suo patrimonio culturale materiale e immateriale

Domenica 8 aprile 2018, dalle ore 14:45 alle ore 17:30
Per iscriversi alla passeggiata occorre inviare una email a: f.calzolaio@culturnet.net

Scarica la locandina in PDF

Itinerario:

1) 14:45: ritrovo: Murano colonna C, partenza da F.te Nove B 14:34 (linea 4.1) o 14:23 (4.2);

2) 15:00: Glass Art Society, Lino Tagliapietra: reti internazionali dell’arte vetraria;

3) 15:30: LU Murano, Fabio Fornasier: il racconto del mestiere di maestro vetraio;

4) 16:00: Murano Lab, Tiberio Scottafava: strategie di recupero urbano sostenibile;

5) 16:30: Ex Ospizio Briati, Simona Campedel: un progetto di residenze temporanee accessibili;

6) 17:00: Scuola Abate Zanetti, Martina Semenzato: l’insegnamento dell’arte vetraria.

Come arrivare
Vaporetti per F.te Nove da Murano Faro: 7:49/18:09 (linea 4.2)
o da Colonna A 17:42/18:02-17:41 (4.1).

In occasione del convegno sulla Convenzione di Faro e comunità patrimoniali che si terrà il 9 aprile a Cà Foscari (descritto in seguito)  verrà organizzata una passeggiata patrimoniale con cinque testimoni della trasmissione e della valorizzazione del patrimonio culturale di Murano, materiale e soprattutto immateriale. Una passeggiata che servirà a mostrare una delle tante applicazioni pratiche della Convenzione, nel momento in cui si sta formando una comunità patrimoniale che cerca di contrastare il turismo di massa con progetti di creazione di sviluppo locale economico e sociale a Murano.
La Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa sul valore sociale del patrimonio culturale attribuisce una responsabilità collettiva a cittadini ed istituzioni nella salvaguardia e gestione del patrimonio culturale immateriale. Cittadini, associazioni e imprese sono considerati una risorsa per la valorizzazione del patrimonio in cui si identificano, sotto l’egida delle amministrazioni pubbliche che ne hanno la responsabilità istituzionale. Manufatti storici ed il loro valore d’uso sono indistricabili, vanno compresi e raccontati attraverso l’esperienza dei testimoni, eredi di tradizioni, mestieri, tecniche che danno senso a quei luoghi.
In questo senso la passeggiata patrimoniale a Murano consiste in una sequenza di testimonianze degli attori di questa interpretazione, capaci di tenere assieme passione e cultura, arte e mercato, produzione e turismo, innovazione e tradizione. Una selezione purtroppo molto stringata dei tanti protagonisti che affrontano temi differenti, come le strategie di recupero edilizio ed urbano, e la trasmissione del mestiere di maestro vetraio al visitatore, a livello scolastico e nelle reti internazionali.
Murano gioca il suo futuro nella capacità di valorizzare il proprio patrimonio culturale, che molti già sperimentano, ancora in forma isolata e pionieristica. La passeggiata patrimoniale è anche un primo passo verso la costituzione di una comunità patrimoniale tra gli attori che vorranno parteciparvi, nello spirito di quella coesione competitiva e creativa che ha reso Murano una comunità capace di emergere a livello mondiale e che ne costituisce il genius loci.

La passeggiata è organizzata dalle associazioni Faro Venezia e Venti di Cultura, in collaborazione con l’Ufficio di Venezia del Consiglio di Europa; è aperta al pubblico di cittadini previa iscrizione, fino al raggiungimento del numero massimo di 40 partecipanti.

Per iscriversi alla passeggiata occorre inviare una email a f.calzolaio@culturnet.net.

La passeggita è la prima di tre inziative collegate. tra loro.
Le altre due si svolgeranno subito dopo.

La Festa di Faro

Seguirà la prima “Festa di Faro” con piccolo rinfresco, musica antica, spettacoli teatrali sul tema della laguna e delle impiraresse, organizzata dall’associazione Faro Venezia. Semptre domenica 8 aprile ma  dalle 18.30 alle 21,30, presso la ex Chiesa di San Leonardo, in rio terà San Leonardo a Cannaregio.

Per partecipare occorre prenotarsi inviando un’email all’organizzatrice:
Patrizia Vachino, mozuela18@gmail.com

Il convegno

Convenzione di Faro e Comunità Patrimoniali
Lunedì 9 aprile dalle ore 09:30 alle ore 17:30,
presso l’Aula Magna Ca’Dolfin, Venezia

Il convegno ha il duplice obiettivo di informare e sensibilizzare istituzioni e cittadinanza sugli sviluppi della Convenzione a livello italiano ed europeo e dare impulso al neo eletto Parlamento a proseguire i lavori volti a finalizzare il processo di ratifica.

Sulla festa e sul convegno pubblicheremo informazioni più dettaglite tra qualche giorno.

Scarica la locandina in PDF

C’è un giudice a Berlino! Le pesanti accuse del TAR all’Agenzia del Demanio di Venezia sul caso Poveglia

Lo scorso 8 marzo 2018 il Tribunale Amministrativo ha accolto il ricorso dell’ Associazione Poveglia per Tutti contro l’Agenzia del Demanio di Venezia che aveva respinto la loro richiesta di prendersi cura dell’isola, con fondi propri, e per un periodo limitato di tempo. La storia dell’Associazione è ormai lunga e molto significativa sul tema di come può formarsi una comunità patrimoniale forte e molto motivata. Non riassumo qui questa storia. Chi non la conosce può seguire i links a fondo pagina che la ricostruiscono in breve.

La cosa rilevante qui non è tanto il fatto di avere vinto un ricorso, cosa che capta molto spesso alle associazioni civiche; sono le motivazioni della sentenza ad essere clamorose. In pratica il TAR accusa l’Agenzia del Demanio di ogni nefandezza possibile e immaginabile.

La sentenza originale completa si può leggere qui.

Le motivazioni

Riassumo qui in punti salienti delle motivazioni della sentenza in basic italian in modo che sia tutto più chiaro. Secondo il TAR il rifiuto del Demanio:

  • É privo di motivazione, non indicando alcun presupposto di fatto ed alcuna ragione giuridica che abbia determinato il diniego di concessione.
  • Nasconde i motivi del rifiuto.
  • Rivela un eccesso di potere perchè la domanda è respinta in base a motivazioni del tutto estranee al merito della domanda nstessa.
  • Rivela un eccesso di potere (di nuovo) perché il rifiuto richiama la necessità di sentire il parere del sindaco, cosa del tutto falsa.
  • Rivela un eccesso di potere, (ancòra) perché il Demanio ha posto sulle stesso piano la richiesta dell’Associazione- realmente esistente dettagliata e motivata – con altre generiche “manifestazioni di interesse” provenienti da altri soggetti, sostanzialmente inesistenti.
  • Dimostra irragionevolezza e manifesta contraddittorietà del diniego. L’agenzia infatti rinuncerebbe ad ottenere dalla ricorrete opere e attività rientranti tra i suoi compiti di legge. Che non ha mai realizzato.
  • Dimostra la volontà di perdere tempo, tirala in lungo deliberatamente, per (“mera presa di tempo da parte della P.A., con un atto sostanzialmente soprassessorio”).

Il rifiuto del Demanio contrasta inoltre con il regolamento per la concessione in uso e in locazione dei beni immobili appartenenti allo Stato  (art. 9 del d.P.R. n. 296/2005) dove si stabilisce che “possono essere oggetto di concessione ovvero di locazione, in favore dei soggetti di cui agli articoli 10 e 11, rispettivamente a titolo gratuito ovvero a canone agevolato, per finalità di interesse pubblico o di particolare rilevanza sociale, gli immobili di cui all’articolo 1, gestiti dall’Agenzia del demanio”.

Si tratta di motivazioni pesantissime, che distruggono completamente la credibilità dell’Agenzia del Demanio, che – ricordiamolo– è una agenzia dello stato che amministra beni pubblici, cioè appartenenti a tutti noi e lo deve fare per nostro conto , non contro di noi.

L’Agenzia ha dimostrato, come minimo, di non avere le capacità professionali adeguate al compiuto che deve svolgere. Ma ha dimostrato anche un atteggiamento apertamente ostile e vessatorio (l’eccesso di potere) verso quei cittadini che – in ultima istanza – sono i suoi datori di lavoro.

Va notato che l’Agenzia è un “Ente Pubblico Economico (EPE). L’EPE è un soggetto giuridico autonomo che opera nell’ambito della Pubblica Amministrazione e che, per raggiungere i propri obiettivi, fa ricorso a modalità organizzative e strumenti operativi di tipo privatistico.”
Dunque se la sua organizzazione è di tipo privatistico, si può supporre che i dirigenti che si sono resi responsabili di una simile sequenza di errori e prepotenze se ne assumano la responsabilità e ne paghino le conseguenze.

O è pretendere troppo?

Links

Poveglia: l’isola che c’è
un breve post con due nostri video girati nell’aprile del 2014, quando la storia di della comunità patrimoniale di Poveglia era era appena iniziata. Uno è questo, che mostra l’ evidente entusiasmo che l’inziativa ha suscitato:

La storia dell’Associazione Poveglia per Tutti

‘Non svendete Poveglia’: il Tar dà ragione all’associazione che vuole proteggere l’isola”
Articolo su L’Espresso che riassume il caso.

Il TAR da regione ai 4550 veneziani del mondo
Articolo dell’ Associazione che commenta la sentenza del TAR

Nota
L’espressione “Ci sarà pure un giudice a Berlino?” aderiva dalla storia di un mugnaio di Postdan e dei sua moglie Rosina contro tutti i corrotti giudici per ottenere giustizia. E alla fine ci riesce. Leggi qui tutta la storia

Cittadinanza attiva

Negli ultimi mesi le esperienze e le riflessioni attorno alle linee guida della Convenzione di Faro si sono sempre più intrecciate con qulle relative ai concetti di bene comune e di partecipazione civica alle decsioni politiche. Penso che questa sia una evoluzione necessaria perchè le comunità patrimoniali non hanno alcun peso reale nella gestione dei “oggetti” che curano se non assumono un ruolo istituizionale formalmente riconosciuto. L’esperienza marsigliese delle commissioni patrimoniali ha raccolto questa esigenza già da anni, ma non è l’unico modo possibile ed è preferibile ricercare soluzioni che tengano conto in modo adeguato dei contesti locali.  Quello che ormai è certo è che deve essere superata una concezione puramente ‘dopolavoristica” delle attività delle comunità patrimoniali: la cura del patrimionio culturale non è una attività che serve ad occupare il tempo libero in modo piacevole, è invece una attività che promuove la capacità delle persone di comprendere il mondo, di essere consapevoli di quello che fanno, di prendere decsioni con il massimo grado di libertà possibile.

L’incontro seguente, il 12 marzo, 17.30, alla Querini Stampalia, darà voce ad alcuni testimioni che hanno vissuto esperienze, diverse tra loro, ma tutte di notevole interesse per questi temi. Siete tutti invitati (è gradita l’iscrizione che si fa qui)

locandina in grande formato in PDF

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L’Arsenale, 18 mesi di percorso Faro.

4 anni fa, nel febbraio 2014, ha iniziato un percorso sperimentale per l’applicazione della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, allora conosciuta come “Convenzione di Faro” e appena firmata dall’Italia, come quadro di riferimento nel processo di riconversione dell’Arsenale di Venezia.

Questa convenzione innovativa riconosce una responsabilità individuale e collettiva nei confronti del patrimonio culturale e promuove la sua conservazione ed il
 suo uso sostenibile nell’obiettivo dello sviluppo umano e della qualità della vita.

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L’Arsenale era diventato un anno prima, cioè 5 anni fa, proprietà del Comune di Venezia grazie in gran parte all’azione delle associazioni riunite all’interno del Forum Futuro Arsenale. La decisione dell’ufficio Arsenale del comune di Venezia, del Forum Futuro Arsenale e di Faro Venezia di riferirsi alla Convenzione di Faro come quadro comune è stata uno dei risultati della partecipazione nel 2013 di una delegazione veneziana al Forum Europeo di Marsiglia sul valore del patrimonio culturale per la società.

La delegazione veneziana, invitata dall’associazione Faro Venezia, era composta da un rappresentante dal Forum Futuro Arsenale, uno dal Comune di Venezia, uno dell’associazione Venti di cultura e uno di Faro Venezia. Hanno durante tre giorni partecipato alle discussione intorno al processo di applicazione della Convenzione di Faro al processo di riconversione del Nord di Marsiglia che ho coordinato insieme ad altre persone.

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Questo articolo vuole rendere conto, in modo sintetico e personale, di quello che è stato possibile di realizzare durante questi 18 mesi, prima dell’elezione del nuovo sindaco e della sua decisione di chiudere l’ufficio Arsenale.  Non rende conto dell’insieme del lavoro dell’ufficio Arsenale ma solo dalla parte riguardante l’uso della Convenzione di Faro. Altri processi sono stati realizzati sul fronte della pianificazione, della partecipazione o della manutenzione dell’Arsenale da quest’ufficio da tre persone. Continua a leggere

Un futuro florido per Ca’ Da Noal

Domani ci sarà l’ultimo incontro-conferenza, a Treviso, di un ciclo di tre che si sono svolte finora con un notevole successo. La gestione diretta del patrimonio culturale da parte dei gruppi di cittadinanza attiva è un tema che sta coinvolgendo sempre più persone e amministratori locali.

A Treviso si è avviato un dialogo tra comunità patrimoniale (Tarvisum Gioiosa) e amministrazione locale che si sta sviluppando ben. Non è così dappertutto e di certo a Venezia non è così, anzi. Ma proprio per questo ci fa piacere segnalare le situazioni locali che stanno funzionando. Questo non vuol dire che si risolvano facilmente i problemi economici, gestionali organizzativi che spesso sono molto consistenti. Ma si sta creando una cultura nuova nei rapporti tra amministrazione e cittadinanza. Non è poco.

 

Le conferenze organizzate da Tarvisium Gioiosa e la sua associazione no profit Gioiosa et Amorosa, Patrocinate da Comune di treviso, Provincia di Treviso e Consiglio d’Europa, dal titolo “Ca Da Noal, passato, presente e futuro” presentano contenuti appassionanti in materia di salvaguardia del patrimonio ed evidenziano azioni volte alla riqualificazione di Ca’Da Noal, museo civico di arte applicata.

Nell’insieme queste conferenze mirano ad avviare azioni concrete per la rinascita di Ca’ Da Noal. L’ex museo di Arte applicata, detto la casa dei trevigiani, da anni è chiuso al pubblico e contiene innumerevoli opere d’arte.

Lo stato di conservazione dell’edificio e dei beni contenuti non si addicono ad una società civile come quella in cui viviamo.

Gli sforzi di personaggi storici del passato , per la salvaguardia dei “tesori” cittadini e le moderne politiche in materia di gestione del Patrimonio culturale, discusse nelle precedenti conferenze, hanno posto le basi di un percorso complesso, ma rispettoso dell’eredità culturale del Museo. A partire da questo concetto, Venerdì continueremo ad arricchire valori etici e morali in materia di restauro e museologia.

Presenteremo in anteprima TREVISO APP GAME, una applicazione in realtà aumentata, che contribuirà a ridurre il cultural device attraverso percorsi ludico/culturali e la raccolta di fondi per il recupero del palazzo. Attendiamo le proposte dell’amministrazione trevigiana per un possibile progetto di riqualificazione pensato per Ca’ DA Noal.

Festeggeremo un anno di vita di Gioiosa et Amorosa, con un video e la presentazione del nuovo patto di collaborazione che abbiamo proposto all’Amministrazione Comunale Trevigiana. Ci impegnamo a portare in un luogo più consono alcune opere contenute nell’ex Museo, celebrando i “cittadini Attivi” ed il Patrimonio , in una giornata di festa collettiva.

Immaginiamo un futuro florido per Ca’ Da Noal, etico e ricco di vita. 

Programma

  • Il restauro biologico delle opere d’arte, sperimentazioni ed analisi che partono dal Veneto.
  • Nuove tendenze e filosofie in materia di conservazione nei musei, la Museologia Sociale. (*intervento/relatore da confermare)
  • Idee e proposte dell’Amministrazione Comunale Trevigiana per la rinascita di Palazzo Da Noal, ex museo di Arte Applicata.*
  • Tarvisium Gioiosa presenta i suoi progetti ed attività, festeggiando con la comunità il primo anno di vita della sua Associazione Gioiosa et Amorosa.
  • Relatori: Martina De Nardo, Alessia Prezioso, Elisa Bellato*, Amministratori Comune di Treviso*, Ermes Cellot .

Locandina completa in PDF

www.tarvisiumgioiosa.org

Trailer per: “Tessuti sotto el felze”

Breve trailer per: “Tessuti sotto el felze”, Venezia, 27 ottobre 2017.
La storia completa degli ‘intrecci’ tra la produzione di tessuti pregiati a Venezia, i decori delle gondole e gli abiti dei nobili e della servitù negli ultimi 500 anni si trova in una specifica lezione della la prof. Doretta Davanzo Poli, storica del tessuto, che si può vedere a questo link

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Oltre al puro fascino dei tessuti pregiati e dell’ambiente di lavoro della tessitoria Bevilacqua, alcune cose meritano di essere esplicitate perché sono queste che rendono questi tipi di attività “patrimonio culturale” in senso stretto.

I telai utilizzati sono del tipo Jacquard, cioè programmabili attraverso un ingegnoso sistema di schede perforate. Questo tipo di telaio si diffuse agli inizia dell’800 grazie ai perfezionamenti introdotti da Joseph-Marie Jacquard su modelli più antichi. Già nella seconda metà del ‘4o0 infatti l’italiano Giovanni il Calabrese (Jean Le Calabrais) aveva costruito un prototipo che suscitò l’interesse di Luigi XI e ora si trova nel nel museo delle arti e dei mestieri a Parigi

Questo telaio fa parte quindi della storia dell’informatica, non solo della tessitura, e anche della storia dell’organizzazione del lavoro e della nascita dell’industria moderna. La sua introduzione in Francia sollevò infatti forti protesta da parte dei tessitori di Lione che temevano – con molte buone ragioni – di restare disoccupati.

Una parte dei macchinari utilizzati è anche concettualmente più antica e in quanto essi sono facilmente riconoscibili nelle tavole dell’enciclopedia di Diderot e d’Alembert (1751-1780) dedicate alla tessitura.

E’ interessante poi il modello imprenditoriale attuale della tessitura. Questa infatti è una dell pochissime che, avendo rifiutato qualunque tipo di innovazione successiva al telaio Jacquard, ha invece innovato il suo modello di business che ora è del tutto post-moderno. Il valore dei prodotti infatti è un mix di valore estetico e culturale. Conta molto infatti per i clienti sapere il “come e da chi” sono stati prodotti i tessuti, che quindi non sono solamente oggetti, ma incorporano storia, cultura la ‘faccia’ del produttore.

In un certo senso la storia imprenditoriale di questa azienda (e delle altre dello stesso tipo) è paradossale: è nata come modello di innovazione tecnica e ha avviato la prima rivoluzione industriale. Poi è diventata radicalmente contraria all’innovazione tecnica. Infine è divenuta post-moderna in quanto vende più “significati” che prodotti.

Una altro paradosso è che oggi sia considerata un modello di attività artigianale proprio un’azienda che è il prototipo stesso dell’innovazione industriale.

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Links per approfondimenti

Il telaio Jaquard (‘800),
Il telaio programmabile che fa parte della storia dell’informatica, raccontato in un’intervista intervista con Alberto Bevilacqua – CEO Tessiture Luigi Bevilacqua dal 1875 a Venezia.

Il velluto soprarizzo
Intervista con Silvia Longo – tessitrice presso Bevilacqua in Venezia.

Le ottime foto di Blu Oscar:
http://bluoscar.blogspot.it/search?q=Tessitura+Luigi

Le tavole dell’Enciclopedia di Diderot e d’Alembert che illustrano le tecniche per la produzione di passamanerie e tessuti.

La storia completa degli ‘intrecci’ tra la produzione di tessuti pregiati a Venezia, i decori delle gondole e gli abiti di nobili e servitù. Intervista con Doretta Davanzo Poli, storica del tessuto.

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Testi e immagini: Doretta Davanzo Poli
Video: Adriano Devita
Grafica: immagini Michela Scibilia e Aadriano Devita
Grafica: Michela Sciblia
Musica: Vivaldi, Concerto per violoncello RV 423

Prodotto da El Felze
in collaborazione con Faro Venezia, Venezia, 2017

Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia
(CC BY-NC-SA 3.0 IT)
https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/it/

Tessuti sotto el felze

Tutta la storia della co-evoluzione dei tessuti pregiati prodotti e Venezia e dei lussuosi decori delle gondole dei quali sono protagonisti assoluti da 500 anni. Un video impegnativo e unico nel suo genere, da gustarsi con calma (40 minuti) con testi originali e materiali iconografici ricercati e selezionati con pazienza certosina dalla pro. Doretta Davanzo Poli, la nostra storica del tessuto o se preferite esperta de strasse.

Stoffe, tappeti e ricami preziosi su gondole e felzi (le ‘cabine’ delle gondole in uso per secoli). La mia conferenza sui materiali soffici, tessili, presenti da secoli su gondola e felze, va a completare la visita guidata da dr Alberto Bevilacqua alla storica tessitura Luigi Bevilacqua, che gestisce assieme al fratello avv. Rodolfo Bevilacqua.
Iniziando dall’origine dei termini di gondola (e poi di felze), l’excursus storico iconografico ottenuto con decine di immagini di dipinti di celebri artisti veneziani e stranieri, si completa con la descrizione degli arredi che arricchiscono tale preziosa e originale imbarcazione veneziana, rendendo comodo il viaggio di chi la sceglie come mezzo di trasporto. La lettura di frammenti di prosa e poesia , inframmezzata a tempo opportuno nel corso della panoramica storico-tecnico-artistica, rende suggestiva questa relazione , tanto da esserne stata richiesta le registrazione dal pubblico che per mancanza di spazio, non aveva potuto assistervi di persona.

Doretta Davanzo Poli.

 

Il segreto dei fabbri a Venezia

Che cosa c’è di più materiale del lavoro del fabbro?
Eppure gli aspetti intangibili in fondo prevalgono se si parla di heritage e artigianato d’arte.

Alessandro Ervas ci racconta come il lavoro del fabbro a Venezia entra in profonda relazione con la città stessa. Da tempo è diventato quasi un luogo comune dire che l’artigiano di qualità fa cultura. Ma di fronte alla richiesto di esplicitare meglio in che cose consiste questo “fare cultura” la maggio parte delle persone fa scena muta. Si può capire la difficoltà perché “cultura” ha molti significati diversi, ma la difficoltà maggiore probabilmente consiste nel fatto che la nostra cultura (in senso antropologico) è come l’acqua per i pesci: la diamo per scontata e non ne siamo consapevoli.

Per questi i motivi è particolarmente apprezzabile questo intervento di Alessandro Ervas sull’arte dei fabbri. Qui si mettono in evidenza alcuni temi che definiscono molto chiaramente il “fare cultura” del fabbro e di tutti gli artigiano d’arte. Il suo discorso è complesso ma i temi principali in breve, sono questi:

Venezia come ambiente-scuola permanente per gli artigiani e artigiani come ‘mattoni’ della città che hanno costruito.

Artigianato come linguaggio e innovazione come arricchimento delle sue possibilità linguistiche (non come tecnologia sostitutiva dell’artigiano)

Superare le due ignoranze quella del pensare senza saper agire e quella del fare cieco e inconsapevole; divisone tipica dell’impostazione idealistica delle nostre scuole, mai superata e neppure mai veramente messa in discussione.

Il saper guardare come competenza essenziale, in una città dove ogni minimo particolare rivela una creatività infinita sia sul pano estetico che su quello tecnico, mai separati e separabili tra loro.

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Progetto ATENA, workshop iniziale:
“Sostenibilità e sviluppo dell’artigianato tradizionale in una città d’acqua”